È poco conosciuto al grande pubblico, ha sempre operato nell’ombra, ma il Generale Esmail Ghaani, il sostituto di Qassem Soleimani, non è affatto uno sconosciuto per il Mossad o per le altre agenzie di spionaggio.
Se Soleimani era l’architetto della grande ragnatela di gruppi terroristici legati a Teheran che infetta il Medio Oriente, Esmail Ghaani ne è il “manovale”.
Grande amico di Soleimani, una volta parlando del loro rapporto disse che erano entrambi «figli della guerra» e che erano diventati amici sul campo di battaglia.
Fu lui nel 2015 ad ammettere per la prima volta apertamente che l’Iran inviava armi e missili ad Hamas nella Striscia di Gaza.
Il suo nome venne fuori per la prima volta nel 2010 quando 13 container pieni di armi vennero intercettati in Nigeria, armi che secondo il Mossad erano destinate ad Hamas mentre secondo le autorità nigeriane erano destinate ad un gruppo sciita nigeriano. Secondo il Dipartimento di Stato americano era stato proprio Esmail Ghaani a organizzare quella spedizione.
Qassem Soleimani architettava alleanze con i gruppi terroristici sciiti e Esmail Ghaani le perfezionava fornendo loro armi e denaro.
Ma la sua vera passione è la cosiddetta “resistenza palestinese”, in particolare Hamas. Sebbene a Gaza ci sia la Jihad Islamica palestinese, direttamente dipendenti da Teheran e costruiti da Soleimani, per Esmail Ghaani armare e finanziare Hamas è sempre stato l’obiettivo primario.
Lo si deve proprio a lui il congruo finanziamento che mensilmente Teheran invia ai terroristi di Hamas e sempre lui si deve “ringraziare” se i missili Fajr 5 e altri “giocattoli del genere” arrivano a Gaza.
Non ha il carisma di Qassem Soleimani ma ha la stessa predisposizione a creare legami con gruppi terroristici trasformandoli in veri e propri proxy.
Secondo l’intelligence israeliana è un abile manovratore di persone, ma sopratutto è spietato, anche con i sottoposti. Non ammette errori.
Quasi certamente è uno dei pochissimi a conoscere i piani che aveva Qassem Soleimani e questo lo rende il successore perfetto, forse addirittura migliore per gli Ayatollah visto che non è “ingombrante” come invece era Soleimani.
Estremamente schivo, di lui si ricordano poche frasi celebri, tra le quali: «se non ci fosse la Repubblica islamica, gli Stati Uniti avrebbero bruciato l’intera regione»