Europa sempre più scandalosa. Respinge le richieste delle regioni italiane sui fondi per le calamità naturali, in particolare per gli ingentissimi danni provocati dalla eccezionale nevicata che ha colpito il nostro Paese nel febbraio scorso, ma aumenta gli stanziamenti a pioggia per i palestinesi.
Ma andiamo con ordine. L’altro ieri da Bruxelles è arrivata una vera e propria doccia fredda sulle regioni italiane colpite dall’eccezionale ondata di maltempo del febbraio scorso quando su diverse regioni caddero fino a cinque metri di neve. Le regioni colpite, valutati i danni (soprattutto all’agricoltura), chiesero all’Europa un intervento sottoforma di aiuti finanziari così come prevede la carta dell’Unione Europea. Ebbene, da Bruxelles la risposta è stata “picche”. Nessun aiuto finanziario alle regioni colpite dove i danni sono talmente ingenti che si è definito l’evento con il nome di “terremoto bianco” (900 milioni solo nelle Marche).
La risposta negativa data dalla Commissione Europea alle regioni italiane appare ancora più scandalosa se si considera che da qualche tempo la stessa Commissione Europea ha aumentato gli stanziamenti per ipotetici “aiuti allo sviluppo” alla Autorità Nazionale Palestinese (ANP), portando gli aiuti europei per il 2012 alla quota di quasi i due terzi del fabbisogno dichiarato da Abu Mazen che corrisponde a 11 miliardi di dollari l’anno. Non è facile ottenere l’importo esatto degli aiuti dati dalla UE alla ANP, ma facendo due calcoli si arriva a circa quattro miliardi di dollari. E per cosa? Per permettere ad Abu Mazen di comprare scarpe da 25.000 dollari al paio?
Ancora una volta dobbiamo quindi denunciare lo scandaloso comportamento della Commissione Europea verso i cittadini della Unione Europea che ogni anno contribuiscono con i propri soldi a mantenere in piedi questo assurdo baraccone che concede soldi a pioggia a chi poi, quei soldi, li usa a scopo personale (come Abu Mazen e molti altri leader della ANP), mentre nega aiuti indispensabili a chi è stato colpito da terribili calamità naturali o a chi, come la Grecia, sta vivendo momenti drammatici che rischiano di fare implodere il Paese.
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