I Paesi del Golfo hanno invitato i loro cittadini in transito o residenti in Libano a lasciare appena possibile il Paese dei cedri.
Ieri l’Arabia Saudita si è unita al Kuwait, agli Emirati Arabi Uniti e al Bahrein nell’invito ai propri cittadini a lasciare appena possibile il Libano per non ben chiare “ragioni di sicurezza”.
La mossa è vista da più parti come una ulteriore escalation della tensione tra Arabia Saudita e Libano e quindi di riflesso tra tra sauditi e iraniani.
A confermare l’effettiva escalation vi è un Twitt pubblicato ieri dal Ministro Saudita per gli Affari del Golfo, Thamer al-Sabhan, nel quale si legge: «tutte le misure adottate arrivano a seguito di una continua e severa escalation». Il Ministero degli Esteri saudita con una nota ufficiale ha detto che «a seguito del peggiorare della situazione in Libano i cittadini sauditi che visitano o risiedono in Libano sono invitati a lasciare il paese il più presto possibile» avvertendo poi chi si appresta a viaggiare verso il paese dei Cedri a non farlo per nessun motivo.
Intanto a Beirut il presidente Michel Aoun e la coalizione “8 marzo” che comprende Hezbollah e i suoi alleati, continuano a comportarsi normalmente come se le dimissioni di Saad Hariri non avessero avuto luogo. Tuttavia fonti locali riferiscono che la tensione è palpabile. Il capo della intelligence libanese, il Generale Abbas Ibrahim, ha espresso la sua preoccupazione che la situazione interna in Libano possa andare verso complicazioni “più aggressive e intrecciate”, in linea con gli ultimi sviluppi regionali e le continue violazioni israeliane (Israele c’è sempre, anche quando non c’entra nulla).
Non è ben chiaro il motivo per cui i Paesi del Golfo abbiano ordinato ai loro cittadini di lasciare il Libano con tanta urgenza. L’ipotesi ventilata da più parti che l’Arabia Saudita stia per attaccare Hezbollah sembra del tutto campata in aria vista l’impossibilità per i sauditi di portare truppe in Libano o di attaccare per mezzo dell’aviazione. Impossibile anche che sia Israele ad attaccare il Libano, come ventilato da diversi siti web complottisti. A Gerusalemme non ci pensano nemmeno ad iniziare una guerra di aggressione contro il Libano mentre azioni preventive in configurazione difensiva potrebbero avvenire sul Golan, che però confina con la Siria e non ha nulla a che vedere con il Paese dei Cedri.