“Chi non è d’accordo con me o con Casaleggio se ne può andare”. Sostanzialmente è questo il discorso fatto ieri da Beppe Grillo sul suo blog (qui l’articolo) quando scrive «se c’è qualcuno che reputa che io non sia democratico, che Casaleggio si tenga i soldi, che io sia disonesto, allora prende e va fuori dalle palle».
Per carità, la presa di posizione di Beppe Grillo è più che legittima. Ognuno è libero di fare ciò che vuole della propria creatura. Tuttavia questo atteggiamento non fa che confermare tutti i dubbi che avevamo su Beppe Grillo, sul suo movimento (Movimento 5 Stelle) e sul controllo pressoché totale esercitato da Grillo e da Casaleggio. Altro che democrazia. O si fa quello che dicono i capi o ci si toglie dalle palle.
Grillo, invece di spiegare ai molti che gli fanno domande su come funzioni la “democrazia” nel Movimento 5 Stelle preferisce tagliare corto ed elimina i “curiosi” o i “dissidenti”. E’ un metodo un po’ iraniano o, se vogliamo, berlusconiano, che però mette in luce tutti i limiti di Grillo e del suo movimento.
Curioso per uno che dice di volersi distinguere da tutti gli altri partiti e che propina la cosiddetta “democrazia dal basso”.
Più che un sistema democratico quello del Movimento 5 Stelle sembra un sistema teocratico. Oltretutto la sparata di Grillo arriva a ridosso dell’annuncio di una denuncia per diffamazione di Casaleggio ai danni de La 7 per un servizio di Giulia Innocenzi che non è piaciuto al Guru. Anche qui ci sarebbe di che parlare visto che proprio Grillo affermava non molto tempo fa che la denuncia per diffamazione era una sorta di intimidazione.
Ma va bene, come detto ognuno è libero di gestire la propria creatura (o il proprio partito) come vuole. Ma per favore, Grillo la smetta di dire che “è diverso da tutti gli altri”. E’ solo fumo negli occhi degli allocchi.
Bianca B.
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