Povero Grillo, attaccato, diffamato e persino minacciato da ogni dove. Sta facendo discutere l’articolo apparso ieri sul blog del comico genovese prestato alla politica, dove il leader del Movimento 5 Stelle ipotizza addirittura atti violenti contro di lui e i suoi collaboratori.
Gli fa eco l’organo ufficiale del Movimento 5 Stelle (Il Fatto Quotidiano)con due articoli,uno a firma della Redazione del Fatto e l’altro firmato da Emiliano Liuzzi e Giulia Zaccariello nei quali vengono rilanciate, con qualche spiegazione in più, le accuse mosse da Grillo a media e politici.
Francamente fa sorridere che uno come Grillo che ha puntato tutto sulla informazione via web (ma non solo), sulla trasparenza (sic!!) e sulla democrazia partecipativa, finisca per lamentarsi di essere sotto la lente di ingrandimento dei media, specie quando critica gli altri ma ha i suoi scheletri nell’armadio ai quali, per altro, si guarda bene dal rispondere. Non è forse la democrazia dei media che proprio lui voleva? A quanto pare no, da buon seguace di Ahmadinejad i media vanno bene solo quando criticano gli altri o sono controllati dal suo network, ma quando criticano te o iniziano a fare domande imbarazzanti diventano improvvisamente un mezzo di attacco politico nelle mani dei nemici (non ha ancora nominato il Grande Satana ma vedrete che lo farà presto).
Il problema di Grillo è che lui evita accuratamente qualsiasi confronto. Si fa intervistare solo da giornalisti amici (e pensare che lui e Marco Travaglio accusavano Berlusconi di fare la stessa cosa con Bruno Vespa), non ha mai partecipato a qualsiasi confronto politico con di fronte un avversario che gli potesse fare domande. Insomma il dibattito intelligente lo terrorizza letteralmente. Per questo fa solo monologhi. Anche in questo ricorda molto i politici a lui cari e che non perde occasione di elogiare, come Ahmadinejad.
E qui torniamo all’articolo di Grillo suo blog che lui conclude con un “ci vediamo in parlamento” che non si capisce si sia una promessa o una minaccia vera e propria. Pensate, Beppe Grillo in Parlamento, uno che poco tempo fa ha detto che la donna in Iran “è al centro della famiglia” e gode di tutti i Diritti, che sempre in Iran tutti stanno benissimo, che si fida ciecamente delle traduzioni dall’arabo e dal persiano del suocero, personaggio di rango del regime iraniano, e che probabilmente lo sta a sentire anche quando si parla di politica estera. Sarà come avere un vero Ayatollah iraniano in Parlamento. E poi dice che in Italia non c’è democrazia.
Bianca B.
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