Il totalitarismo di Grillo e del M5S è esploso ieri quando è stata ratificata l’espulsione dei quattro dissidenti rei di aver espresso delle critiche sul ducetto pregiudicato e, in fondo, di aver detto che così com’è il M5S non serve a niente.
La cosa è normale, in un movimento totalitarista com’è il M5S chi critica il duce (chiamatelo come volete: Rais, Ayatollah, Fhurer ecc. ecc. il discorso non cambia) viene buttato fuori. Non esiste democrazia, diritto di espressione o di critica in un movimento del genere.
La base dei duri e puri, i pasdaran (un termine adattissimo a descrivere la base del M5S), naturalmente sta con il duce anche a costo di rintanarsi sulle montagne a combattere. La Hitler-Jugend grillina sta con il Fhurer fino alla fine.
In fondo è su questo che conta Grillo per prendere il potere, non sul proporre riforme o lavorare per il bene del Paese. Il bene del Paese, tante volte richiamato dai grillini, non c’entra niente con quello che fanno Grillo e il M5S. La democrazia non c’entra nulla con Grillo e il M5S.
Quello che preoccupa è il largo seguito di cui il totalitarismo di Grillo gode tra le giovani generazioni. E’ un dato di fatto con cui la politica deve fare i conti. La violenza verbale che trasuda sulle pagine del M5S e sui social network legati a Grillo e al suo movimento è solo un’avvisaglia. Il passo verso la violenza vera e propria è brevissimo. E Grillo non lesina certo messaggi subliminali o espliciti alla rivolta sociale. Tutta la dialettica politica del M5S è volta in questa direzione.
Non mi piace certo fare allarmismo, ma personalmente non sottovaluterei i rischi che dalla violenza verbale si passi alla violenza reale. L’unica possibilità che si eviti tutto questo, a mio modestissimo parere, è che le persone che hanno votato il M5S per protesta contro una politica francamente cieca ed ebete, prendano coscienza di cosa sia veramente questo movimento totalitario, a cosa punti realmente e ne tragga le giuste conseguenze. Certo, la base dura e pura, la Hitler-Jugend, rimarrà sempre con il Fhurer, ma avranno molte meno possibilità di trasformare l’Italia in un regime totalitario dove non esista più il Diritto di critica o solo il Diritto di opinione.
Carlotta Visentin