Abu Mazen ha chiesto a Israele di tagliare ulteriormente la fornitura di energia elettrica a Gaza. Lo si apprende a seguito di una polemica tra il Ministro israeliano dell’energia e delle infrastrutture, Yuval Steinitz, e il Coordinatore delle attività di governo nei Territori (COGAT), Magg. Gen. Yoav Mordechai.
La polemica tra i due dirigenti israeliani è nata a seguito di una lettera inviata dal capo del COGAT ai direttori generali delle infrastrutture, della sicurezza, delle finanze e allo Shin Bet, nonché al Primo Ministro e al Ministro della Difesa nella quale li informa della sua decisione di ridurre ulteriormente la fornitura di energia elettrica alla Striscia di Gaza.
Il Generale Mordechai ha preso questa decisione a seguito della richiesta arrivata direttamente dalla Autorità Nazionale Palestinese di Abu Mazen di limitare la fornitura di energia elettrica entro il limite di 25 milioni di Sheqel (NIS) al mese. Attualmente Israele fornisce energia elettrica a Gaza per un totale di 50 milioni di Sheqel (NIS) al mese, si tratterebbe quindi di un taglio del 50%.
La richiesta palestinese arriva a seguito delle recenti diatribe interne tra la ANP e Hamas e punta chiaramente a punire la popolazione di Gaza piuttosto che i terroristi di Hamas.
A questa decisione si è opposto il Ministro Yuval Steinitz il quale ha scritto una lettera di risposta al capo del COGAT nella quale afferma di non prendere ordini di Abu Mazen e che non intende prestarsi ai giochetti interni palestinesi evidenziando come la ANP deve ancora pagare a Israele centinaia di milioni di Sheqel per la fornitura dell’energia elettrica a Gaza e in Cisgiordania e si chiede perché allora non tagliare l’energia a Ramallah e ad altre città della Cisgiordania invece che a Gaza che ha già subito diversi tagli (sempre su decisione della ANP). «Noi non prendiamo ordini dai palestinesi» ha scritto Yuval Steinitz nella sua lettera «e mi piacerebbe aprire un dibattito professionale su qualunque decisione in merito alla fornitura di energia elettrica ai palestinesi» ha poi concluso Steinitz.
Tra le altre cose segnalate dal Ministro dell’energia e delle infrastrutture c’è il rischio che la ANP usi un ulteriore taglio dell’energia elettrica alla Striscia di Gaza come un’arma di propaganda interna (contro Hamas) ed esterna (contro Israele) cercando di addossare le colpe a Gerusalemme di un eventuale peggioramento della situazione umanitaria a Gaza.
Rimane un fatto di cui però nessuno parla: la Cisgiordania e Gaza per energia ed acqua dipendono quasi completamente da Israele ma sono mesi e mesi che non pagano uno Sheqel mentre da Europa e Paesi arabi arrivano soldi a palate proprio per garantire tali indispensabili forniture. Evidentemente Abu Mazen preferisce pagare i vitalizi ai terroristi piuttosto che le forniture di acqua ed energia elettrica. E l’Europa come sempre tace e acconsente.