E’ avvenuto ieri sera al Cairo un incontro tra il leader di Hamas, Khaled Meshaal, e il Presidente egiziano, Mohammed Morsi. Lo riferiscono fonti ufficiali di Hamas le quali parlano di un incontro importante per definire le future strategie del gruppo terrorista palestinese.
All’incontro avrebbero partecipato anche il capo dei servizi segreti egiziani, Rafat Shehata, il capo di Hamas nella striscia di Gaza, Ismail Haniya, oltre ad altri rappresentanti di Hamas. Voci non confermate riferiscono anche della presenza dei vertici delle Brigate Ezzedin al-Qassam , il che darebbe alla riunione il chiaro connotato di “gabinetto di guerra” se non di incontro del terrore operativo.
Secondo quanto riferiscono fonti vicine al Presidente egiziano, nella riunione si sarebbe parlato di riconciliazione palestinese, di riapertura permanente del Valico di Rafah, ma anche di strategie da attuare nei confronti di Israele. Il Presidente egiziano si sarebbe inoltre impegnato a discutere con Abu Mazen del rilascio di un centinaio di membri di Hamas attualmente in carcere in Cisgiordania. Meshaal avrebbe chiesto al Presidente egiziano di schierarsi apertamente contro Israele e di favorire il transito di armi verso la Striscia di Gaza. Si è poi discusso della situazione in Siria dopo che Mohamed Morsi ha ritirato l’ambasciatore egiziano in Siria prendendo apertamente posizione contro Assad. Khaled Meshaal che per molti anni è stato ospite protetto della Siria non ha mai preso apertamente posizione sul conflitto siriano e anche in questo caso è rimasto piuttosto vago. Infine si è affrontato il problema della Jihad Islamica che acquista sempre più potere nelle Striscia di Gaza e nella penisola del Sinai. Ismail Haniya ha garantito al Presidente egiziano che i miliziani della Jihad Islamica sono sotto il controllo di Hamas, affermazione che sarebbe stata smentita dal capo dei servizi segreti egiziani il quale ha affermato, portando le prove, che la Jihad Islamica è fuori da ogni controllo di Hamas e che sta ricevendo importanti partite di armi dall’Iran.
Nella riunione di ieri sera si è parlato anche dei rapporti tra Hamas, Egitto, Qatar e Turchia. E’ noto che l’Emiro del Qatar intende investire diversi miliardi di dollari nella Striscia di Gaza, ma per farlo ha bisogno che il valico di Rafah sia costantemente aperto, un opzione che fino a oggi l’Egitto ha sempre escluso. Ma anche l’Egitto di Mohammed Morsi ha bisogno dei petrodollari dell’Emiro del Qatar, così il Presidente egiziano sarebbe stato possibilista. Su questo fronte preme moltissimo anche la Turchia il cui Premier sarà a Gaza nelle prossime settimane. Anche Ankara è interessata a investire denaro nella Striscia di Gaza e quindi preme sull’Egitto per l’apertura permanente e totale di Rafah. Solo che se Morsi dovesse cedere alle pressioni di Qatar e Turchia infrangerebbe gli accordi con Israele e dovrebbe probabilmente rinunciare agli aiuti americani. Un bel dilemma per il Presidente egiziano che, pragmatismo a parte, non nasconde la voglia di menar le mani con Israele almeno a livello diplomatico.
Noemi Cabitza
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