L’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, OLP, è l’unico organismo palestinese riconosciuto a livello internazionale. Esso racchiude quasi tutti i movimenti palestinesi ma non comprende Hamas che per la comunità internazionale rimane a tutti gli effetti un movimento terrorista e quindi una sua eventuale inclusione nella OLP pregiudicherebbe irrimediabilmente qualsiasi riconoscimento della Organizzazione per la Liberazione della Palestina a livello internazionale.
Lo sa molto bene Abu Mazen che, nonostante i tentativi di creare un Governo di unità nazionale con Hamas, si è sempre guardato bene dall’includere i terroristi che tengono in ostaggio la Striscia di Gaza nella OLP.
La cosa però non piace ai giovani palestinesi che invece chiedono l’inclusione di Hamas nella OLP, a costo di pregiudicare il riconoscimento internazionale della Organizzazione per la Liberazione della Palestina. Per questo (ma non solo) la scorsa settimana i giovani palestinesi hanno organizzato una manifestazione a Ramallah, manifestazione che però è finita con la polizia palestinese che prima ha allontanato i giornalisti per evitare scomode testimonianze e poi ha duramente malmenato i manifestanti arrestando decine di persone (ma di questo i media filo-pal occidentali si sono ben guardati di parlare). Al-Jazeera ha più volte denunciato la violenza della polizia palestinese nei confronti dei giornalisti che in qualche modo cercano di documentare il malumore dei giovani palestinesi verso l’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) e in particolare verso Abu Mazen, ma il dittatore palestinese non intende mollare l’osso e soprattutto non intende indire nuove elezioni consapevole che le perderebbe sicuramente e che Hamas trionferebbe. Per spingere Abu Mazen a nuove elezioni e ad ascoltare le istanze dei giovani palestinesi i membri della OLP hanno deciso di dimettersi in massa alla prossima riunione del Consiglio Direttivo che si terrà presumibilmente a Gennaio (anche se in realtà non saranno dimissioni effettive, conserveranno poltrona e benefici). Lo rende noto Hanan Ashrawi, membro del comitato esecutivo della OLP, che spiega come l’Autorità Palestinese abbia il dovere di ascoltare le istanze di giovani palestinesi.
Cosa chiedono realmente i giovani palestinesi?
Quello che sta realmente accadendo in Cisgiordania non viene riportato di buon grado dai media occidentali, concentrati come sono a denigrare Israele, ma in realtà è molto importante per capire dove sta andando a finire la società palestinese. I giovani arabi, spesso fomentati da organizzazioni esterne come il Movimento BDS, chiedono prima di tutto che Abu Mazen rinneghi gli accordi di Oslo e che nel contempo accolga Hamas nella OLP. Non sanno – o non gli importa – che facendo questo Abu Mazen dovrebbe rinunciare a molti aiuti internazionali (a partire da quelli americani) e che probabilmente pregiudicherebbe i riconoscimenti internazionali. Ma la politica non interessa ai giovani palestinesi che vorrebbero arrivare ad uno scontro diretto con Israele e vedono nell’inclusione di Hamas nella OLP l’unico mezzo per raggiungere questo obiettivo. Queste richieste, spesso manifestate attraverso proteste di massa, hanno scatenato la durissima reazione della ANP che non di rado ha posto la censura sui media palestinesi che in qualche modo cercavano di veicolare le istanze dei giovani arabi arrivando ad arrestare decine di giornalisti e blogger e reprimendo con estrema durezza le proteste. Nessuno lo dice ma la situazione in Cisgiordania è veramente al limite della guerra civile e questo preoccupa notevolmente anche Israele che sebbene non ami particolarmente Abu Mazen, non vuole che Hamas si insinui in pianta stabile in Cisgiordania.
Hamas cerca di approfittare delle situazione
In questo contesto al limite dello scontro armato, Hamas cerca di approfittare della situazione. In una dichiarazione rilasciata ad Al-Jazeera il membro senior di Hamas in Cisgiordania, Ayman Daraghmeh, che oltretutto siede nel Consiglio Legislativo Palestinese, chiede apertamente di ascoltare le istanze dei giovani palestinesi e chiede “unità dei gruppi palestinesi per combattere con le armi l’occupazione israeliana”. Chiede poi alla ANP di liberare subito le decine di membri di Hamas incarcerati dalla polizia di Abu Mazen.
Le preoccupazioni in Israele
Come già detto la situazione preoccupa non poco Gerusalemme. Se da un lato Israele critica apertamente Abu Mazen e lo accusa di fomentare le violenze, dall’altro non vede una alternativa al Governo della ANP per impedire che dopo Gaza Hamas si impadronisca anche della Cisgiordania. A Gerusalemme si rendono conto che la situazione è molto critica e per questo limitano al massimo gli attacchi alla ANP e fanno il possibile per non metterla in difficoltà nonostante le responsabilità di Abu Mazen per l’ondata di violenza che ha colpito Israele siano fuori discussione. La volontà dei giovani palestinesi di passare a uno scontro armato anche attraverso l’inclusione di Hamas nella OLP è più che palese e il timore che l’attuale ondata di violenza si trasformi in qualcosa di molto più violento e organizzato è palpabile. La situazione non è affatto semplice e anche se i media occidentali parlano solo degli attacchi di singoli palestinesi, a Gerusalemme monitorano con attenzione l’evolversi della situazione nella West Bank pronti eventualmente a intervenire per impedire un colpo di mano di Hamas.
In conclusione, anche se nessuno ne parla la situazione in Cisgiordania è molto delicata e si rischia veramente uno scontro armato tra la ANP e Hamas come quello del 2006 per il controllo di Gaza. Per questo al momento è impensabile da parte israeliana un allentamento dei controlli nei territori contesi.
Scritto da Shihab B.