L’Iran ha bloccato l’accesso al sito di Natanz agli ispettori della Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA).
A renderlo noto sono funzionari dell’organismo delle Nazioni Unite deputato a controllare le questioni riguardanti il nucleare.
Il sito di Natanz è il più importante del programma nucleare iraniano per l’arricchimento dell’uranio.
Lo scorso mese di aprile il sito di Natanz è stato vittima di un “incidente” che ne ha compromesso seriamente la produttività e probabilmente la struttura.
Secondo gli iraniani l’interdizione all’accesso al sito di Natanz per gli ispettori è tuttavia temporanea e sarebbe dovuta a non precisati “motivi di sicurezza”.
È convinzione comune che “l’incidente” di aprile sia in realtà un sabotaggio israeliano che avrebbe compromesso la produzione di uranio altamente arricchito per mesi.
E sarebbe questo il vero motivo per cui agli ispettori della AIEA non viene permesso di entrare nel sito di Natanz. Gli iraniani non intendono mostrare i danni del cosiddetto “incidente”.
La decisione iraniana di bloccare l’accesso degli ispettori della AIEA al sito di Natanz è piombata sui colloqui indiretti di Vienna come un macigno.
Già i colloqui indiretti tra USA e Iran erano stati rinviati a data da destinarsi. Dopo questo episodio sarà difficile che possano riprendere.
Nel 2020 l’Iran aveva negato l’accesso agli ispettori ad altri due siti nucleari. Ora l’interdizione al sito di Natanz potrebbe essere davvero la tipica goccia che fa traboccare il vaso.
Un accordo temporaneo per il monitoraggio di diversi siti era stato raggiunto ma dopo la sua scadenza, lo scorso mese, l’Iran non ha ritenuto opportuno rinnovarlo.
Ormai solo gli americani e gli Stati Europei non vedono [o non vogliono vedere] cosa sta facendo l’Iran e che è sempre più vicina alla bomba atomica.
Una cosa sembra essere certa, i colloqui di Vienna, che Teheran usa solo per prendere tempo, sembrano essere irrimediabilmente compromessi.
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