Nonostante le dichiarazioni ottimistiche in Iran sono molto preoccupati per l’intenzione espressa in campagna elettorale da Donald Trump di smantellare l’accordo sul nucleare iraniano.
Ieri il Presidente iraniano, Hassan Rohuani, citato dalla AFP ha detto che Trump non potrà fare nulla contro l’accordo sul nucleare iraniano in quanto non è un accordo tra gli Stati Uniti e l’Iran ma un accordo globale approvato dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu e da altri organismi internazionali. Gli ha fatto eco il capo dell’Organizzazione per l’energia atomica iraniana, Ali Akbar Salehi, il quale ha confermato le parole di Rohuani affermando che «l’elezione di Donald Trump alla presidenza USA non avrà alcun impatto importante sull’accordo sul nucleare iraniano».
Pur tuttavia gli iraniani appaiono preoccupati per questo inatteso sviluppo tanto che ieri il Presidente iraniano ha convocato il suo gabinetto per discutere delle possibili conseguenze dell’elezione di Donald Trump alla presidenza americana. E ne hanno ben donde visto che fino ad ora hanno potuto impunemente violare gli accordi presi con Obama senza che il Presidente americano uscente dicesse alcunché, a partire dalla implementazione di un programma balistico chiaramente offensivo fino allo sforamento della quota permessa di uranio arricchito passando per i dubbi (molto forti) sulla effettiva chiusura del programma per produrre plutonio. Trump potrebbe non essere così tollerante come lo è stato Obama. Ieri l’agenzia di stampa iraniana IRNA ha tenuto a precisare che un rapporto della Agenzia Atomica Internazionale conferma che tutte le attività nucleari iraniane dimostrano come la «Repubblica Islamica tenga fede agli accordi presi», come a sottolineare che Trump non ha alcuna ragione per rivedere o smantellare l’accordo sul nucleare iraniano. Ma anche questo è un sintomo della preoccupazione che serpeggia a Teheran.
«Gli Stati Uniti non hanno più la capacità di creare Iranophobia» ha detto ieri Rohuani sempre ripreso dalla AFP. Ma il disappunto iraniano per la elezione di Donald Trump appare sempre più evidente e il fatto che ancora non ci sia da parte del neo-presidente eletto una chiara linea di politica estera ma solo l’intenzione di non seguire le «politiche distruttive di Obama» non lascia dormire sonni tranquilli agli Ayatollah.
Scritto da Sarah F.