La vittoria dei curdi sui terroristi di ISIS non vuol dire affatto la fine del gruppo terrorista creato da Abu Bakr al-Baghdadi, anzi, secondo alcuni documenti sequestrati dai combattenti curdi in Siria, ISIS sarebbe pronto a colpire in Europa.

Le “crocodile cells” pronte a colpire

Nei documenti sequestrati dai curdi nei covi dello Stato Islamico, specie in alcuni supporti informatici visionati anche da esperti della intelligence americana, si parla di “crocodile cells”, le cellule coccodrillo formate da combattenti già rientrati in Europa e perfettamente integrati, pronti a compiere attentati in suolo europeo.

Non è chiaro se nei supporti informatici ci sino anche i nomi dei componenti di queste “crocodile cells”, ma in una conversazione via email tra un membro dell’ISIS già rientrato in Europa e il comando dello Stato Islamico il terrorista “europeo” chiede informazioni sugli obiettivi da colpire.

In una seconda email tra due terroristi già in Europa lo stesso terrorista scrive al complice che gli obiettivi da colpire gli saranno forniti «non appena sarà disponibile una connessione sicura».

Il disco rigido sequestrato dai combattenti curdi e consegnato alla intelligence americana è ricco di dati ma povero di nomi e punti di riferimento.

Quello che si sa di certo è che le cellule coccodrillo sono composte da terroristi già rientrati in vario modo in Europa, che vivono in condizione di “dormienti” o, per usare un termine ricorrente tra i consigli dati ai membri europei, «appena sotto la superficie» e che si tratta di uomini altamente addestrati che hanno combattuto in Siria e in Iraq.

Altre informazione sono “classificate” ma l’intelligence americana avrebbe condiviso i dati con le consorelle europee.

Allarme molto alto e non solo in Europa

Il livello di allarme è molto alto anche perché per quello che si capisce dai documenti sequestrati le “crocodile cells” sarebbero dovute entrare in azione nel caso lo Stato Islamico fosse caduto, che poi è quello che è avvenuto.

Ma l’allarme non riguarda solo l’Europa. Nonostante la caduta dello Stato Islamico le cellule in Africa, in Asia e nel Maghreb non sembrano aver perso vitalità o motivazioni, anzi, la sconfitta in Siria e in Iraq sembrerebbe aver dato ai terroristi islamici ulteriori motivazioni per agire.

ISIS ancora più pericoloso

Diversi analisti di varie intelligence che condividono, confrontano e incrociano le informazioni che quotidianamente arrivano dal teatro mediorientale, concordano nel sostenere che questo sia il momento più pericoloso.

ISIS è costretto a rivedersi radicalmente passando da una entità in qualche modo territoriale a una entità terroristica che opera esclusivamente in clandestinità. E’ come se una persona che dispone di un indirizzo fisico, e quindi facilmente individuabile, improvvisamente decidesse di darsi alla macchia. Questo, secondo molti analisti, rende i membri dello Stato Islamico rientrati in Europa e in Africa ancora più pericolosi in quanto oltre che essere difficilmente individuabili sono arrabbiati e desiderosi di vendetta.