Regola numero uno per evitare di essere infettati dal Coronavirus: distanziarsi. E come fanno le persone a distanziarsi dentro a un rifugio antimissile? Semplicemente non possono.

È quello che si teme abbiano pensato i terroristi palestinesi quando ieri sera hanno lanciato un unico semplice razzo contro il sud di Israele, niente di più pericoloso del solito ma abbastanza per far suonare le sirene di allarme e costringere i civili ad andare nei rifugi.

Ed ecco probabilmente spiegato il perché della dura reazione israeliana a quel singolo lancio di un razzo, finito oltre tutto in aperta campagna.

L’IDF non è infatti andato tanto per il sottile. Aerei e carri armati hanno colpito diversi obiettivi di Hamas nella Striscia di Gaza ribadendo una volta per tutte che non verrà tollerato nemmeno un mortaletto in questo preciso momento.

La teoria di costringere la popolazione israeliana nei rifugi dove è impossibile distanziarsi come vorrebbe il protocollo contro il Coronavirus, non è propriamente di Hamas. L’intelligence israeliana aveva intercettato dialoghi che parlavano di questa vigliacca tattica nei giorni scorsi, dialoghi tra membri della Jihad Islamica legata all’Iran.

Lanci qualsiasi cosa che possa far scattare l’allarme, costringi i civili israeliani ad andare nei rifugi dove il contagio è molto più facile perché è impossibile distanziarsi, speri che tra i civili israeliani ci sia almeno uno inconsapevolmente infetto e il gioco è fatto. In pochi minuti hai infettato decine di persone.

È una tattica, vigliacca perversa e squallida, ma è pericolosissima e questo i terroristi palestinesi lo sanno benissimo. Per questo l’IDF ha l’ordine di reagire in maniera durissima anche per lanci insignificanti che però provocano l’attivazione delle sirene di allarme.