Ieri la Giordania è stata colpita nel vivo. Un attacco terroristico, presumibilmente organizzato dallo Stato Islamico, ha colpito una sede del General Intelligence Department (GID) più noto come Mukhabarat (i servizi segreti giordani) uccidendo cinque persone, tre agenti e due dipendenti.
L’attentato assume un valore altamente simbolico per due motivi, primo perché il Mukhabarat non era quasi mai stato colpito direttamente, secondo perché l’attentato è avvenuto nel campo profughi palestinese di Baqaa, a nord di Amman, cioè dove proprio il Mukhabarat ha di recente arrestato circa 400 palestinesi simpatizzanti dello Stato Islamico.
La Giordania ospita circa due milioni di finti profughi palestinesi in 10 campi, finti profughi perché creati con quell’assurdo sistema che si chiama UNRWA e che oggi sono diventati terreno fertile per il reclutamento di Jihadisti per ogni tipo di causa. Proprio il Mukhabarat aveva lanciato nelle scorse settimane un forte allarme per la radicalizzazione Jihadista nei campi profughi palestinesi e per l’alta possibilità che questi Jihadisti potessero colpire in Giordania.
Secondo alcune fonti giordane ieri sera i vertici del GID si sarebbero riuniti in una riunione speciale voluta direttamente da Re Abd Allah di Giordania per affrontare quella che appare sempre più come una vera e propria bomba Jihadista palestinese a orologeria. Alcuni informatori del Mukhabarat che operano all’interno dei campi palestinesi hanno riferito che sarebbero centinaia i giovani palestinesi che si sono legati alla causa dello Stato Islamico e che ricevono ordini direttamente dai vertici del ISIS. In occasione del Ramadam l’allarme di attentati in Giordania è cresciuto fino ai massimi livelli in quanto secondo questi informatori gli Jihadisti palestinesi avrebbero avuto ordine di colpire obiettivi in Giordania per punire la preziosa collaborazione del Mukhabarat con le intelligence degli Stati che stanno combattendo l’ISIS, una collaborazione che si può avvalere delle preziose risorse della intelligence giordana nei territori dello Stato Islamico e che ha portato all’individuazione e alla eliminazione di molti esponenti di primo piano dell’ISIS.
Redazione