Di bugie dalle parti di Ramallah ne girano tante, ma la bufala palestinese sul Coronavirus comincia davvero a spazientire la leadership israeliana.

Secondo alti esponenti palestinesi, tra cui il primo ministro dell’Autorità Palestinese (AP), Mohammad Shtayyeh, gli israeliani starebbero infettando deliberatamente i palestinesi con il virus COVID-19.

È stato lo stesso Primo Ministro della AP a ribadirlo ieri sera in una conferenza stampa durante la quale ha detto che gli israeliani userebbero i lavoratori palestinesi che lavorano in Israele per portare il Coronavirus in Giudea e Samaria (la cosiddetta Cisgiordania).

Rispondendo alle proteste israeliane che accusano l’Autorità Palestinese di “fomentare odio” il Primo Ministro palestinese ha ribadito “convintamente” le sue assurde accuse e usando come esempio un video largamente condiviso sui social nel quale si vede un soldato israeliano di pattuglia in Giudea e Samaria che sputa, il Primo Ministro palestinese ha soffiato ulteriormente sul fuoco dell’odio anti-israeliano ribadendo che i 261 casi di Coronavirus presenti in Giudea e Samaria provengono per l’80% da lavoratori palestinesi che operano in Israele.

Gli da manforte anche il portavoce della Autorità Palestinese, Ibrahim Melhem, il quale parlando con i giornalisti ha detto che «loro [gli israeliani] non stanno solo esportando il virus, sono agenti di questo virus … Queste non sono accuse. Questi sono fatti».

Addirittura, secondo i palestinesi, per facilitare il contagio gli israeliani costringerebbero i lavoratori che operano in Israele a rientrare in Giudea e Samaria attraverso varchi non ufficiali in modo da evitare i controlli palestinesi.

«L’occupazione sta trovando nel contagio un’opportunità per compiere azioni spietate contro il popolo palestinese», ha aggiunto il portavoce della AP.

In Israele sono abituati alle bufale palestinesi che regolarmente i leader arabi propinano alla popolazione per mantenere alto il livello di odio anti-israeliano, ma quella sul Coronavirus è davvero troppo da accettare anche per chi “ci ha fatto il callo”.

Ieri alti esponenti del Governo israeliano hanno quindi lanciato severi ammonimenti contro l’Autorità Palestinese affinché cessino immediatamente questa campagna d’odio contro Israele e contro i suoi militari, ammonendo che in caso contrario Gerusalemme avrebbe preso “importanti provvedimenti”.