Il mondo occidentale sembra essere completamente in balia degli eventi che lo circondano, ostaggio di se stesso e della sua immobilità. La tenaglia islamica si sta stringendo sull’Europa e invece di cercare di fare qualcosa perché ciò non avvenga proprio in Europa si moltiplicano le azioni dei movimenti islamici e di quelli simpatizzanti per l’islam, più che altro di estrema sinistra e di estrema destra, uniti per una volta dall’ideologia nazista.
Così dopo il califfato dichiarato dall’ISIL a cavallo tra Iraq e Siria il mondo occidentale assiste immobile alla nascita di un nuovo califfato a Bengasi, cioè a pochi Km dal confine europeo. Abbiamo i terroristi islamici a due passi da casa e non siamo capaci di fare nulla per fermarli o quantomeno per arginarli.
Il paradosso è che i più preoccupati di questa storia sono proprio i paesi musulmani. L’Egitto sta combattendo una vera e propria guerra contro gli estremisti islamici, i Paesi del Golfo, fatta eccezione per il Qatar, agiscono sottobanco per aiutare chi li combatte in Libia e in Iraq, gli Emirati Arabi Uniti sono arrivati persino a offrire un supporto di intelligence a Israele. E questa volta la Lega Araba e i maggiori Paesi islamici non hanno preso le difese di Hamas nell’attuale guerra a Gaza, anzi, l’Egitto combatte apertamente il gruppo terrorista palestinese.
E in Europa cosa si fa? Si fa esattamente il contrario. Interi paesi immobili di fronte alle manifestazioni antisemite a sfondo nazi-islamico, la Francia e la Gran Bretagna in balia di migliaia di “musulmani integrati”, gente di seconda e terza generazione che sfrutta il conflitto a Gaza esclusivamente per testare la reazione dell’opinione pubblica e delle autorità. Il nord Europa ormai nelle mani delle “associazioni islamiche” quelle cosiddette “moderate” che attaccano le sinagoghe (per ora).
E poi c’è l’Italia che ogni giorno fa entrare migliaia di clandestini tra i quali ci saranno pure disperati e rifugiati ma anche probabilmente le avanguardie dell’ISIL. Anzi, il termine “far entrare” è decisamente riduttivo, li va a prendere direttamente sulle coste libiche. Ormai l’operazione Mare Nostrum non è più una operazione di salvataggio, è una vero e proprio servizio di traghettamento. E se l’aspetto umanitario difeso a spada tratta dal Governo italiano è senza dubbio ammirevole, c’è da considerare anche l’aspetto della sicurezza che invece sembra completamente dimenticato, ignorato. Se io fossi un capo terrorista come non potrei approfittare di questa incredibile opportunità che mi offre la Marina Italiana per introdurre le mie avanguardie in Europa?
Siamo rimasti indifferenti ai massacri islamici in Siria, Iraq, Somalia, Nigeria e in molte altre parti del mondo, lo abbiamo fatto perché erano fatti lontani dai nostri occhi. Siamo rimasti immobili persino di fronte alla creazione di un califfato islamico sanguinario come quello instaurato dall’ISIL tra Iraq e Siria. Ora abbiamo un califfato islamico a pochi Km dalle nostre coste e continuiamo a rimanere immobili. Invece di fare qualcosa per combatterli preferiamo svignarcela e continuare a chiudere gli occhi. Anzi, gli organizziamo un servizio di traghettamento.
Pochi giorni fa il Premier italiano, Matteo Renzi, in visita in Egitto e in qualità di Presidente di turno dell’Unione Europea, ha detto che l’Europa deve fare qualcosa per la Libia. Ma le belle parole non bastano più, specie se dette da chi usa una forza militare per aprire le porte dell’Europa a una invasione invece di usarla per arginarla. L’Europa sembra contagiata dalla filosofia islamista di Obama, un brutto virus che rischia di diventare molto pericoloso.
E se adesso qualcuno vorrà tacciami di islamofobia gli dico che ha ragione, sono islamofoba intesa come “paura dell’islam” perché io di questo islam ho una dannatissima paura.
[glyphicon type=”user”] Scritto da Carlotta Visentin
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