Come non parlare di avanspettacolo quando si apprende che il finiano (o ex finiano) di ferro, Luca Barbareschi, intende tornare tra le calde braccia del cavaliere di Arcore nonché portavoce di Putin?
Secondo alcune cronache, ieri il menestrello ex finiano è andato alla Villa di Arcore per discutere con il padrone su come poter rientrare nella squadra di Silvio guadagnandoci qualcosa. In cambio infatti, sempre secondo le voci che circolano, il menestrello avrebbe ricevuto la guida del Teatro Valle di Roma (su cui ci sarebbe già il placet del sindaco Gianni Alemanno) e un aiuto per far passare il DDL sul wi-fi presentato da Barbareschi alla Camera.
Se le voci fossero vere (tutte da verificare ma vedremo nei prossimi giorni), la rottura sarebbe a dir poco clamorosa. Barbareschi è stato infatti colui che durante la presentazione di FLI a Perugia si si commuoveva nel leggere il “Manifesto per l’Italia” orgogliosamente presentato alla kermesse di presentazione del nuovo partito. Sempre Barbareschi è stato fino ad oggi uno dei più forti accusatori della politica berlusconiana. Della serie, cosa non si fa per una poltrona o un incarico.
Le solite voci ben informate dicono che oggi Barbareschi incontrerà Gianfranco Fini e che, dopo questo incontro, annuncerà di passare nel gruppo misto e poi nel cosiddetto “gruppo dei responsabili”, cioè quello stesso gruppo a cui appartiene quel Scilipoti denigrato in Diretta TV alla 7 dallo stesso Barbareschi e definito in quell’occasione il “ Denny De Vito italiano”.
Ora, sempre ammesso che tutto questo corrisponda a verità, noi non sappiamo chi sia più comico tra Barbareschi e Scilipoti, cioè, fattezze a parte, non sappiamo chi sia più Denny De Vito tra i due. Un fatto è certo, se la cosa fosse vera sarebbe la dimostrazione lampante che l’Italia puà fare a meno tranquillamente di questi politici e che diventa sempre più impellente far decidere agli elettori chi eleggere come deputato e chi, invece, lasciare a fare l’attore.
Bianca B.