Pubblichiamo una lettera aperta arrivataci ieri dal sig. Attilio T. di Roma attraverso il nostro form contatti. Abbiamo appurato telefonicamente che il sig. Attilio esiste e che potevamo pubblicare la lettera. Ci è sembrata importante pubblicarla perché delinea probabilmente il pensare comune di molte persone. Buona lettura.
Come da titolo, chi scrive è uno sfigato qualsiasi, ovvero uno dei 58 milioni di italiani normali che tirano la cinghia, che lottano per sopravvivere e per arrivare a fine mese. Se posso usare una locuzione scurrile, mi sono rotto le palle.
Non ne posso più di questi politici, tutti uguali nessuno escluso, che vivono in un mondo dorato e che per questo non vedono in che mare di merda sta affogando il paese. Ci avete obbiettivamente scassato la minchia con i vostri giochini di potere. Mentre voi andate in TV a fare le comparsate, a giocare a chi è il più buono e il più bello, noi affoghiamo nel letame che ci avete gettato addosso.
Voglio essere pratico: non ce ne frega niente se rubate. Ci siamo abituati da decenni, anzi, da secoli. Non esiste il politico onesto. E allora rubate pure, ma almeno fateci mangiare qualcosa anche a noi poveri sfigati. Fateci star meglio. Fate in modo che noi si possa far studiare i nostri figli. Mandate in ferie una volta all’anno, non a Courmayeur come ogni giorno fanno vedere le televisioni del premier. Ci basta andare a Ostia dove il mare è inquinato, oppure ci basta rimanere semplicemente a casa a mangiare le lenticchie con il cotechino. Non chiediamo tanto. Fateci arrivare a fine mese con ancora cinque euro in tasca invece di consegnarci in massa agli strozzini o a quelli che ormai sono diventati gli strozzini legalizzati: le banche. Fateci pagare il mutuo. Insomma, dateci una vita normale da sfigati. Chiediamo troppo?
Ma voi politici italiani, nessuno escluso, non ci date nemmeno questo, voi che prendete dalle nostre tasche 20.000 euro al mese (quando vi va male) non ve ne frega niente di noi poveri sfigati, noi che siamo 58 milioni di cittadini normali che si alzano alle sei di mattina per andare a lavorare, per andare a far funzionare il paese. Non vi interessa se le banche ci portano via le case perché dobbiamo scegliere tra mangiare o pagare il mutuo. Non vi interessa se non possiamo mandare a studiare i nostri figli. Non vi interessa se per fare una visita medica dobbiamo aspettare sei mesi, voi che avete stuoli di medici personali per ogni evenienza, persino lo specialista per le emorroidi. Noi se abbiamo le emorroidi ce le dobbiamo tenere perché se aspettiamo il servizio sanitario nazionale stiamo freschi.
Berlusconi, Fini, Bersani, Di Pietro, Casini, Bossi ecc. ecc. siete tutti uguali. Fate finta di scannarvi ma alla fine mangiate tutti dallo stesso piatto: il nostro. E poi vi meravigliate se il 25% degli italiani non va a votare. Ma di cosa vi meravigliate? Chi dovremmo votare? Quale differenza c’è tra voi tutti? Chi di voi farà mangiare i miei figli domani? Badate bene, non voglio la vostra elemosina, mi basta un lavoro. Poi potete portarmi via anche la metà dello stipendio se la rimanenza mi permette di arrivare a fine mese e di sfamare i miei figli. Poi potete anche rubare quello che vi pare, andare a puttane ogni giorno, stuprare minorenni, frequentare trans, corrompere giudici, allearvi con il diavolo in persona. NON ME NE FREGA NIENTE. Credete veramente che mi metta a fare il moralista quando non ho di che sfamare i miei figli? Credete veramente che mi interessi se avete corrotto qualcuno o se siete capi mafia? NON MI INTERESSA NIENTE. Voglio solo sopravvivere con la mia famiglia. Nella cosiddetta “prima repubblica” tanto bistrattata, i politici rubavano a man bassa ma almeno noi tutti vivevamo. Ora noi non viviamo. Rubate pure ma almeno fateci vivere.
Attilio T. (Roma)