Un attacco a due veicoli di UNIFIL, la forza di pace dell’Onu in Libano, ha scosso la quiete nel sud del Paese dei cedri. Secondo un rapporto diffuso dal comando della forza Onu almeno due veicoli sono stati seriamente danneggiati in due distinti attacchi portati contro i militari di UNIFIL da non ben precisati “gruppi di civili”.

I fatti sono avvenuti nelle aree di Al-Mansuri e Majdal Zun durante un normale pattugliamento dei militari dell’Onu volto a prevenire il contrabbando di armi verso Hezbollah. I veicoli militari sono stati prima bloccati e poi attaccati da gruppi di civili libanesi che di fatto ne hanno impedito il proseguo della missione. Non risultano feriti tra i militari di UNIFIL ma i veicoli sono stati seriamente danneggiati.

Il fatto è molto preoccupante. Le aree interessate dall’attacco sono sotto totale controllo di Hezbollah e si pensa che i terroristi libanesi stessero spostando armi da un deposito all’altro e che le pattuglie di UNIFIL con la loro presenza abbiano in qualche modo “disturbato” l’operazione. Da qui l’uso di civili per bloccare le pattuglie dei militari dell’Onu e impedire loro di bloccare il trasferimento di armi.

Non è la prima volta che Hezbollah fa uso di civili per bloccare le ispezioni di UNIFIL, questi fatti non sono infrequenti. Ma questa volta i civili non si sono limitati a bloccare i veicoli ma li hanno attaccati e questo fa pensare che Hezbollah stesse trasferendo qualcosa di veramente importante.

Un comunicato del comando UNIFIL precisa che dopo l’attacco i civili libanesi hanno bloccato tutte le vie d’accesso alle zone interessate con autoveicoli messi in mezzo alla strada e che per evacuare i soldati dell’Onu si è dovuto procedere alla rimozione dei suddetti autoveicoli.

Anche se non ci sono feriti tra i militari di UNIFIL colpisce la violenza dell’attacco, una violenza che si può giustificare solo con l’ipotesi che fosse in corso una importante operazione di Hezbollah.

UNIFIL è in Libano a seguito della guerra tra Israele ed Hezbollah del 2006 e ha il compito di vigilare sulla tregua e di impedire il riarmo dei terroristi libanesi, un compito che purtroppo ha svolto molto male.