Giovedì scorso è fallito il terzo tentativo per lancio di un satellite da parte della Repubblica Islamica dell’Iran.
Le immagini mostrate da un satellite americano mostrano il sito con i mezzi e le strutture seriamente danneggiate.
All’Imam Khomeini Space Center del Senman Launch Site One – situato a 50 km dalla cittadina di Senamn a nord del paese nella zona del Mar Caspio, circa 200 km a est di Teheran – doveva essere lanciato un satellite per telecomunicazioni tramite il vettore di lancio (o razzo) Safir SLV.
Un ufficiale iraniano ha parlato di un problema tecnico che ha causato l’esplosione del razzo prima del lancio.
Si tratta del terzo lancio fallito nel tentativo di portare un satellite in orbita, da gennaio 2019: il primo si è disintegrato prima di uscire dall’atmosfera, mentre il secondo è caduto dopo in una zona desertica del paese.
Il presidente Trump ha twittato il giorno dopo:
Gli Stati Uniti non sono coinvolti nel catastrofico incidente durante la fase finale in preparazione per il lancio del Safir SLV al Semnan Launch Site One in Iran. Auguro i migliori successi e una buona fortuna nel determinare cosa sia andato storto al Site One.
Nell’ultimo pezzo si può notare l’ironia del presidente americano: ritentate e sarete più fortunati!
Più serio il commento del Segretario di Stato Mike Pompeo che ha avvertito l’Iran di cancellare i lanci o rischia le applicazioni delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza ONU, in quanto i razzi per il lancio di satelliti usano la stessa tecnologia applicata per i missili balistici.
L’Iran però smentisce tali accuse. In effetti la via più breve sarebbe quella di adattare i missili balistici come vettori per i satelliti ma la poca esperienza sul campo ha creato tre incidenti in otto mesi. Troppi anche per un ambizioso progetto autoctono.
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