L’Iran sempre più prepotente sullo scacchiere internazionale. Dopo che ieri l’Arabia Saudita aveva detto di voler aumentare la produzione giornaliera di barili di petrolio per compensare quello iraniano bloccato da un eventuale embargo europeo, Teheran ha reagito minacciando.

«I nostri vicini arabi non devono collaborare con gli avventurieri europei, americani e sionisti – ha detto Mohammad Ali Khatibi al quotidiano Sharq – o le conseguenze saranno imprevedibili » alludendo chiaramente a una minaccia di tipo militare se non al blocco dello Stretto di Hormuz.

L’Europa deciderà nei prossimi giorni se porre in essere alcune misure restrittive verso il regime iraniano, tra le quali quella di un embargo del petrolio estratto da Teheran. Un accordo di massima in tal senso è già stato raggiunto.

I Paesi del Golfo, a seguito di questo accordo, si sono detti disponibili ad aumentare la loro produzione giornaliera per compensare il petrolio iraniano e non far alzare ulteriormente il prezzo del greggio. Teheran invece contava proprio sul fatto che l’Europa non ponesse sotto embargo i suo petrolio per non fare lievitare il prezzo del greggio. La decisione araba scombussola i piani iraniani.

E per prevenire la minaccia di blocco dello Stretto di Hormuz, più volte ventilata da Teheran, gli USA hanno spostato due portaerei nel Golfo Persico (la USS Carl Vinson e la USS John Stennis) e hanno portato il numero degli uomini di stanza in Kuwait a 15.000. In arrivo anche navi e truppe inglesi e una piccola flotta francese.

Secondo Protocollo Israel