Per emergere dalla crisi, da qualsiasi crisi, un apporto fondamentale deve venire dalla “buona politica”. Senza una buona politica nessun se la può cavare. Dobbiamo partire da questa logica per poter sperare di cavarcela. Tutte le altre formule sono farlocche.
Ed è proprio da questa logica che emerge il principale problema italiano: la politica. Quella italiana è obsoleta, corrotta, dedita a interessi personali, in alcuni casi ridicola nelle sue espressioni. Cambiano i nomi dei partiti senza però cambiare gli attori che sono sempre gli stessi da tempo immemorabile. Di politici di razza se ne vedono pochi e quei pochi che ci sono ormai talmente dentro il sistema da non essere più attendibili. I giovani? Nomi scritti sui seggi dell’emiciclo che però non incidono minimamente sul sistema. E chi prova ad emergere (Renzi un esempio per tutti) e propone di cambiare le cose, viene fulminato. Non è questione di destra o di sinistra, il discorso vale per tutti.
In un contesto del genere non deve stupire l’esplosione dell’antipolitica rappresentata da Beppe Grillo e dal suo Movimento 5 stelle. E’ l’unica alternativa che hanno gli italiani alla vecchia politica. Solo che non va bene un’altra volta, perché un Paese per essere governato no ha bisogno di populismi,di dichiarazione demenziali senza alcun programma, ha bisogno di cose concrete e, come detto, di una buona politica. Diversamente si finisce nel baratro o, nella migliore delle ipotesi, in mano a dei tecnocrati (qualcuno li chiama tecnici) che non sanno fare altro che applicare le basi della macro-economia alla Bretton Woods, rigore e tasse.
Se si vuole veramente salvare il Paese è arrivato il momento che la vecchia politica si faccia da parte. E’ arrivato il momento che questi signori capiscano che hanno fallito e che la gente è veramente sull’orlo della rivolta, ha già il forcone in mano. Ma non basterà nemmeno cambiare gli uomini o le facce, ci vorrà una riforma della politica e delle regole severe per accedervi, un limite ai mandati parlamentari, una nuova legge elettorale che restituisca alla gente la facoltà di scegliere chi li debba rappresentare, tutte cose che questo Governo di tecnici non sta facendo perché, probabilmente, non ne è in grado per l’attaccamento a ventosa dei politici attuali alle loro posizioni. Le alternative non ci sono a meno che non si consideri una alternativa il comico genovese. Beh, questo Paese l’esperienza del comico al Governo l’ha provata per ben 18 anni e abbiamo visto com’è finita. Ci vogliamo davvero ricadere?
Bianca B.