L’Italia non può permettersi il lusso di stare altri due anni con questo Governo

8 Luglio 2011

Quello che sta avvenendo in Italia è davanti agli occhi di tutti e non serve certo essere anti-berlusconiani per vederlo. Inchieste che toccano altissimi apparati di sicurezza, richieste di arresto per deputati del PDL, liti e insulti tra ministri, nuove proposte di leggi ad personam non si sa proposte da chi, anche se Caio accusa Tizio che scarica su Sempronio che però dice di non saperne niente. Insomma sia mo nel caos più totale.

Il brutto è che questo caos, questo vero e proprio macello, arriva in un momento in cui il Paese avrebbe veramente bisogno di un Governo che governi, di un esecutivo che proponga valide soluzioni per uscire dalle sabbie mobili della crisi. Quello di cui invece l’Italia non ha bisogno è di un Governo che vivacchia, immerso tra liti e interessi personali. Questo è un lusso che l’Italia di oggi non si può permettere.

L’attaccamento alla poltrona di Berlusconi, cioè dell’uomo che secondo me ha provocato tutto questo macello, non è più tollerabile, non in questo momento e non in queste condizioni. Non sto dicendo che si debba andare per forza a nuove elezioni, anche perché a sinistra manca una alternativa valida (su questo e solo su questo ha ragione Berlusconi), sto dicendo che il Paese ha bisogno di una scossa e che quindi il principale colpevole di questa macelleria sociale se ne deve andare e lasciare il posto a qualcuno che pensi veramente a governare fino al 2013, magari anche con l’aiuto di FLI e del partito di Casini.

L’Italia non ha né bisogno di governi tecnici né di andare a nuove elezioni, l’Italia ha bisogno di una coalizione che governi il Paese in maniera oculata e che faccia piazza pulita di tutti quei politici corrotti o proni ai voleri di una sola persona. Insomma, c’è bisogno di una politica responsabile, seria e affidabile. Questo Governo, fatte alcune eccezioni, è tutto fuorché questo e noi non ci possiamo davvero permettere il lusso di andare avanti altri due anni in queste condizioni.

Roberto Delponte

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