Giornali francesi pieni di articoli “infastiditi” perché Erdogan ha detto che Macron avrebbe bisogno di uno psicanalista a causa della sua guerra all’Islam fondamentalista e per le durissime parole pronunciate dopo la decapitazione di Samuel Paty, un insegnante che aveva osato proporre ai propri studenti le vignette su Maometto pubblicate da Charlie Hebdo.

Macron ha pure fatto rientrare il suo ambasciatore in Turchia per consultazioni dopo le «parole intrise di maleducazione» pronunciate da Erdogan.

Dove non hanno potuto le aggressioni turche al Kurdistan, le prepotenze nel Mediterraneo e il palese intervento turco in Libia ha potuto l’invito ad andare da uno psicanalista.

A questo punto Erdogan potrebbe avere anche ragione. Per di più la “guerra” all’Islam fondamentalista in Francia scatta quando ormai i buoi sono ampiamente fuori dalla stalla con una parte importante della popolazione musulmana francese votata all’Islam radicale, sempre ammesso che possa esistere un islam moderato. Meglio tardi che mai, anche se qui siamo al “meglio tardissimo che mai”.

Resta un fatto sul quale, lo confesso, ero poco concentrato (anche per altri motivi) ultimamente: Erdogan ha capito come funziona la comunicazione in occidente. Mentre la Turchia colonizza i Balcani, invade la Siria attraverso il Kurdistan siriano, apre basi militari in Eritrea, in Somalia e in altri paesi africani, interviene in Libia e addirittura nel conflitto in Nagorno-Karabakh, mentre sostituisce in tutto e per tutto lo Stato Islamico, arrivando persino ad arruolare i combattenti islamici ex-ISIS per spedirli in Libia e nel Nagorno-Karabakh, ad Erdogan basta dare dell’imbecille a Macron per fare in modo che i media occidentali si dimentichino di tutto il resto.