Mali

La situazione in Mali rispecchia in pieno i clamorosi errori commessi dalla Amministrazione americana in Africa. Basti dire che i tre quarti dei ribelli tuareg che fino a qualche settimana fa erano alleati dei gruppi islamici provengono dall’esercito del Mali e sono stati addestrati dagli USA.

Ho voluto partire da questa piccola considerazione per evidenziare come la situazione in Africa occidentale e nella zona sub-sahariana non deriva da improvvisi sconvolgimenti ma da una politica di aiuto militare completamente sballata portata avanti dagli USA. Il Mali è l’esempio più eclatante. Dei tre battaglioni di militari addestrati e armati dagli USA, due sono passati con i ribelli mentre il terzo ha organizzato il colpo di Stato che ha deposto l’ex presidente. Ma quello che secondo me è davvero inquietante è la facilità con cui gli estremisti islamici sono entrati in possesso di quelle armi libiche che proprio gli USA si erano impegnati a controllare.

Ciò detto, la Francia si è accollata l’onere di un intervento militare che ormai era diventato inevitabile e non solo per le migliaia di cittadini francesi residenti in Mali ma anche e soprattutto perché il Nord del Sahara e il Sahel stavano rischiando seriamente di finire nel baratro dell’islamismo integralista come è successo alla Somalia con un pericolo quasi immediato anche per l’Europa.

Ed è proprio dall’Europa che arriva l’ennesima vergogna. A parole tutti sono con la Francia ma nei fatti nessuno sta dando il minimo sostegno ai militari francesi se si fa eccezione per qualche aereo da trasporto inglese e belga. La stessa Catherine Ashton, che di solito non ne azzecca una, ha detto che “non intervenire sarebbe un gravissimo errore politico per l’Europa”. Ma fino ad ora gli Stati Europei sono immobili e l’unica cosa che hanno saputo fare è organizzare una riunione dedicata al mali per sabato prossimo.

Sul terreno – Questa mattina una colonna di carri armati francesi si è diretta verso il nord del Mali dando il via sostanzialmente ad una azione di terra. Si spiega così anche l’invio di altri 2.500 militari francesi. Nel frattempo l’Algeria ha chiuso i suoi confini con il Mali per impedire agli estremisti islamici di fuggire. I caccia francesi hanno distrutto la quasi totalità dei depositi di armi (provenienti dalla Libia) in mano ai ribelli.

Claudia Colombo