Quella contro gli Yazidi in Iraq è stata una vera e propria pulizia etnica perpetuata dallo Stato Islamico – ISIS – non tanto per i numeri che comunque sono molto importanti, quanto piuttosto per la volontà deliberata di colpire quella determinata etnia. E’ quanto emerge da un rapporto ufficiale diffuso ieri dai comandi curdi in Iraq.

Secondo il rapporto diffuso ieri dal Ministero degli Affari Esteri del Governo del Kurdistan iracheno gli Yazidi uccisi durante l’occupazione dello Stato Islamico sono stati 1.293 un numero che però non tiene conto di quelli uccisi o rapiti nelle zone fuori dall’Iraq. Ma più che il numero delle vittime colpisce quello dei rapiti e degli sfollati. Gli Yazidi rapiti dallo Stato Islamico sono stati 6.417 di cui 1.102 donne ridotte a schiave sessuali e ben 1.655 bambini anch’essi ridotti in molti casi a schiavi sessuali o trasformati in bombe umane. Gli sfollati, cioè gli Yazidi costretti a fuggire per non essere uccisi o rapiti sono stati 360.000, di questi oltre 90.000 sono rifugiati all’estero.

Presso le strutture ricettive e di assistenza curde ci sono 2645 bambini Yazidi rimasti orfani, di questi almeno 220 hanno i genitori ancora in mano allo Stato Islamico.

Come già detto i numeri sono riferiti unicamente alle aree abitate dagli Yazidi nel Kurdistan iracheno e non tengono conto degli Yazidi siriani. Va detto poi che il rapporto pur parlando del ritrovamento di almeno 43 fosse comuni non specifica il numero delle vittime trovate in quelle fosse comuni probabilmente perché non sono stati ancora identificati e conteggiati i resti delle vittime in quanto tutta la zona è ancora “zona bellica”.

Ieri Hejji Kandour al-Sheikh, membro Yazida del Parlamento iracheno, ha denunciato che a decine di migliaia di Yazidi viene impedito di fare rientro nelle aree liberate a causa delle dispute territoriali tra il Governo centrale iracheno e le autorità del Kurdistan iracheno le quali non vogliono più lasciare il territorio Yazida sotto il controllo del Governo di Baghdad denunciando il fatto che il Governo iracheno si è completamente disinteressato della protezione delle minoranze etniche. Sempre Hejji Kandour al-Sheikh ha denunciato che ancora le donne Yazide in mano allo Stato Islamico sarebbero oltre 2.000 contestando in parte i numeri diffusi dal Governo curdo.

Nel diffondere i numeri della tragedia del popolo Yazida il Ministero degli Esteri del Kurdistan ha voluto porre l’accento sulla “deliberata caccia allo Yazida” messa in atto dai miliziani dello Stato Islamico, una sorta di pulizia etnica studiata a tavolino che, anche se con numeri decisamente inferiori, ricorda molto da vicino quanto fecero i nazisti con gli ebrei.

Il Governo del Kurdistan iracheno ha posto l’accento anche su come la “caccia allo Yazida” perpetrata dai terroristi di ISIS sia stata completamente ignorata dalla comunità internazionale la quale non si è interessata delle vicissitudini di questo popolo neanche dopo che sono emerse le indicibili violenze di cui sono stati vittime gli Yazidi.

Colpisce l’indifferenza del mondo di fronte alla deliberata caccia allo Yazida, come se a oltre 70 anni dal terribile olocausto ebraico il mondo non abbia fatto tesoro di quella tremenda esperienza.