Una delegazione del Mossad si è recata a Washington nei giorni scorsi per incontrare il Consigliere per la Sicurezza Nazionale di Donald Trump, Michael Flynn, e altri componenti della Amministrazione americana.

La delegazione del Mossad era composta dal capo dell’agenzia di intelligence israeliana, Yossi Cohen, dal Consigliere per la sicurezza nazionale israeliano, Yaakov Nagel, e da un team di esperti che segue la complessa situazione in Siria. All’ordine del giorno il conflitto in Siria, l’Iran e la sua presenza in suolo siriano, la corsa al riarmo iraniana e infine la situazione palestinese con in primo piano la lotta ai gruppi terroristici palestinesi. Oltre a questo il team del Mossad ha discusso del futuro coordinamento tra l’agenzia di intelligence israeliana e le agenzie americane, CIA e NSA in primis. Non per nulla agli incontri hanno partecipato anche i vertici delle due agenzie di intelligence americane.

A focalizzare i colloqui è stato l’Iran che con la sua presenza sulle Alture del Golan preoccupa particolarmente lo Stato Ebraico. I continui tentativi iraniani e siriani di trasferire armi a Hezbollah è stato un altro argomento trattato nei colloqui. Israele fino ad oggi ha colpito ogni tentativo iraniano e siriano di trasferire armi avanzate verso i terroristi libanesi, ma c’è il problema della Russia che potrebbe mettersi di traverso in caso di nuove incursioni israeliane in territorio siriano volte a impedire la consegna di armi ad Hezbollah.

Un altro problema affrontato, non secondario ma non immediato, è stato quello del riarmo iraniano che unitamente al programma balistico legato al programma nucleare di Teheran sta alzando terribilmente la tensione con l’Iran. Per ora non si è parlato di rispolverare l’ipotesi di bombardare le centrali atomiche iraniane, ma l’opzione rimane sul tavolo specie se si scoprisse che Teheran dovesse cercare di dotarsi di ordigni nucleari portando avanti il proprio programma nucleare, un timore tutt’altro che remoto.

Ma il punto che al momento preoccupa maggiormente il Mossad è la situazione in Siria e il posizionamento di truppe iraniane e di Hezbollah ai confini con Israele. A Gerusalemme sono fortemente risoluti nel non permettere che la presenza iraniana sul Golan diventi stabile, anche a costo di usare le maniere forti. Ed è proprio di una eventuale azione militare preventiva che si è discusso. La nuova situazione che si delinea in Siria con l’accordo tra Russia, Iran e Turchia per spartirsi il Paese non piace a Israele che teme proprio una presenza militare iraniana stabile. Israele non permetterà che la Siria diventi una rampa di lancio per gli attacchi iraniani a Israele.

Il prossimo 15 febbraio il Premier israeliano, Benjamin Netanyahu, incontrerà a Washington il Presidente Trump e sul tavolo dei colloqui ci saranno tutti questi problemi, decisamente molto più importanti e impellenti di quelli rappresentati dagli insediamenti o dallo spostamento dell’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme.

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