Israele ha eliminato almeno l’80% delle forze di Hamas, circa 40.000 terroristi anche se gli amici dei terroristi mettono tutto tra i civili, eppure lo Stato Ebraico non sta vincendo la guerra. Non come dovrebbe.
Quando il 7 ottobre 2023 Hamas diede il via al peggior pogrom contro gli ebrei dai tempi di Hitler, la sua dirigenza era perfettamente consapevole di quelle che sarebbero state le conseguenze per Gaza.
Anzi, il piano del defunto capo di Hamas, Yahya Sinwar, e delle sue controparti iraniane era probabilmente proprio quello di scatenare una violentissima reazione da parte di Israele, tanto violenta da ritorcersi contro Gerusalemme a causa dell’alto numero di vittime civili. Lo ha detto lo stesso Sinwar che il piano era quello.
Parlando delle morte civili Sinwar disse che «erano sacrifici necessari».
«Facciamo notizia solo con il sangue», ha detto Sinwar in una intervista rilasciata a un giornalista italiano. «Niente sangue, niente notizie».
Nelle lettere che scriveva ai suoi capibastone li invitava a non lesinare gli sforzi per aumentare il numero delle vittime civili in modo che il mondo avrebbe fatto così tanta pressione su Israele da costringere Gerusalemme a fermarsi. Una tattica messa in mostra sin dall’inizio, sin dalla prima bomba israeliana caduta a Gaza quando il fantomatico “Ministero della salute di Hamas” distribuiva numeri delle vittime a caso pochi minuti il bombardamento.
Quello che Yahya Sinwar probabilmente non si aspettava, che nemmeno nei suoi sogni più belli avrebbe immaginato, è stato il costante supporto dato al suo piano della stampa occidentale, la quale sin dal primo minuto della guerra ha deliberatamente escluso le fonti ufficiali e dato massimo credito alla “fonte Hamas”.
Così il Ministero della salute di Hamas, in diretta collaborazione con Al-Jazeera, è diventato la fonte ufficiale della guerra di Gaza con tutti i media mondiali che facevano a gara per amplificare le loro evidentissime falsità. Di più, i media mondiali sono diventati parte fondamentale del piano di Sinwar.
Ora siamo al culmine di quel piano, con la caccia all’ebreo in pieno corso a livello globale mentre le potenze mondiali fanno a gara per riconoscere Hamas, anche se loro dicono che vogliono riconoscere la Palestina. La vittoria postuma di Sinwar.
Ieri poi, l’apoteosi dell’annuncio da parte del premier britannico Keir Starmer di voler riconoscere la Palestina (Hamas) ha scatenato gli odiatori di tutto il mondo che tra frizzi lazzi e cotillon hanno festeggiato la vittoria postuma di Yahya Sinwar e della sua cricca di assassini.
Ma non puoi strizzare l’occhio al fondamentalismo islamico come quello rappresentato da Hamas, dalla Fratellanza Musulmana e dagli Ayatollah iraniani senza pensare di non pagare dazio. Non puoi farli vincere oggi e pensare che si accontentino.
E così mentre il mondo è indaffarato a riconoscere la Palestina, quale poi non si sa, Al Qaeda si sta mangiando buona parte del Sahel, la Turchia si appresta a schiacciare i curdi siriani mentre la Fratellanza Musulmana, madre di Hamas, ormai si è stabilmente insediata in Europa.
Quello che stanno facendo Macron e Starmer non è pericoloso perché riconosce l’isola che non c’è, è pericolosissimo perché attesta la vittoria del piano di Yahya Sinwar e alimenta nel fondamentalismo islamico l’idea di poter fare la stessa cosa da altre parti. Hanno capito che siamo deboli.
E alla fine, perché sempre lì torniamo, gli unici che combattono seriamente il fondamentalismo islamico sono gli israeliani, con i quali si può non essere d’accordo su tante cose, ma non su come si trattano i terroristi e gli stati canaglia.

