Obama prepara l’ultimo tranello a Israele

5 Dicembre 2016

Tira una brutta aria per Israele dalle parti della Casa Bianca. Se da un lato gli Stati Uniti sono stati uno dei pochi a votare contro la recente vergognosa risoluzione anti-israeliana emessa dall’Assemblea Generale dell’Onu, dall’altro il Segretario di Stato uscente, Jhon Kerry, lancia messaggi inquietanti sulla possibilità che Obama non ponga il veto su una eventuale (e probabile) risoluzione palestinese al Consiglio di Sicurezza dell’Onu volta alla creazione unilaterale di una Stato di Palestina.

Lo ha fatto ieri dal 13° Saban Forum che quest’anno è dedicato alle “sfide per l’Amministrazione Trump in Medio Oriente”. Kerry ha detto che «Israele deve scegliere tra gli insediamenti e la pace» e non ha escluso che Obama decida di non porre il veto a una risoluzione palestinese che «salvaguardi la soluzione a due stati» a patto però che tale risoluzione «non sia ingiusta o punti a delegittimare Israele». In realtà Kerry ha dato la netta impressione che tale risoluzione sia stata già preparata e concordata con i palestinesi e con gli Stati arabi in modo che non delegittimi Israele per non mettere in imbarazzo Obama ma che allo stesso tempo ponga le basi per la nascita di uno Stato palestinese sui cosiddetti confini del 1967 con Gerusalemme Est come capitale. E’ la stessa cosa chiesta pochi giorni fa dall’ex Presidente americano Jimmy Carter attraverso un articolo sul New York Times.

Secondo Jhon Kerry «Israele si sta muovendo nella direzione sbagliata» e una decisione che in qualche modo salvaguardi anche in futuro la soluzione a due Stati non solo è altamente probabile ma è auspicabile. Il punto del contendere sono come sempre gli insediamenti israeliani in area C che secondo Kerry e Obama sarebbero l’unico vero ostacolo alla pace. Non sono gli attacchi terroristici contro obiettivi israeliani, non è Hamas che vuole la distruzione di Israele e non è nemmeno il continuo e martellante incitamento all’odio da parte di Abu Mazen a ostacolare la pace, ma quei pochi insignificanti insediamenti per altro costruiti in una zona attualmente contesa e totalmente sotto giurisdizione israeliana. E’ come guardare al dito e non alla Luna.

Kerry ha ribadito la sua “amicizia” a Israele oltre a quella del Presidente uscente Barack Obama, ma ha ribadito che proprio perché amico di Israele si sente in dovere di salvaguardare la soluzione a due Stati che invece con Trump potrebbe non esserlo. E per farlo i due “amici” di Israele pensano bene di affossare lo Stato ebraico anche in sede di Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Non c’è che dire, proprio amici di Israele.

Scritto da Sarah G. Frankl

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