Perché né l’Italia né il resto del mondo hanno diritto a contestare Israele

25 Maggio 2020

Con una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, 70 parlamentari di centrosinistra e del M5S hanno chiesto il Governo Italiano di condannare quello israeliano per le prospettive di annessione della Valle del Giordano e di alcuni insediamenti in Giudea e Samaria, comunemente conosciute come “Cisgiordania”.

Per lo stesso motivo condanne e minacce a vario titolo sono arrivare anche dalle Nazioni Unite e dall’Unione Europea.

Che l’ONU e l’Unione Europea abbiano da sempre una posizione anti-israeliana non è certo una novità, come non è una novità che la sinistra italiana e il M5S abbiano al loro interno una forte componente anti-sionista che nel corso degli anni ha preso sempre posizioni marcatamente anti-israeliane.

Quindi parrebbe tutto nella norma. E invece no. Questa volta è diverso perché questa volta più che in ogni altra occasione in gioco c’è la sopravvivenza di Israele.

In particolare l’annessione della Valle del Giordano non può più essere rinviata, non fosse altro che per stabilire confini sicuri e ben definiti per lo Stato Ebraico.

Sicurezza di Israele, una frase che né all’ONU né alla UE sembrano minimamente considerare, come si evince dal fatto che le gravissime minacce rivolte allo Stato Ebraico dell’Ayatollah Khamenei non siano state condannate o, se lo sono state, sono state condannate con una certa superficialità mentre si è trattato di un atto gravissimo.

Ma non è nemmeno questo il punto vero per il quale ONU, UE e Italia non hanno il Diritto di contestare la legittima decisione israeliana.

Per decenni hanno tollerato la politica palestinese, una politica mai basata su programmi di pace o su colloqui con Israele, una politica mai pensata per la tanto declamata “soluzione a due Stati”, una politica che anzi, è stata totalmente basata sull’odio anti-israeliano con le famiglie degli attentatori che venivano pagate dallo Stato Palestinese per aver ucciso cittadini israeliani e persino per aver tentato di farlo.

Non hanno mai condannato le tantissime incitazioni all’odio da parte dei palestinesi, non hanno mai condannato gli attacchi di Hamas contro il sud di Israele, non hanno mai condannato i pagamenti alle famiglie dei terroristi, l’acquisto di armi in luogo di beni per la popolazione. Non hanno mai condannato il furto sistematico di denaro della comunità internazionale che in questi anni ha gonfiato i conti correnti dei boss palestinesi a discapito della costruzione di infrastrutture nella cosiddetta “Palestina”.

In oltre 70 anni i palestinesi non hanno mai cambiato la loro politica d’odio verso lo Stato Ebraico, non hanno mai accettato l’idea di vivere in pace e accanto a Israele. Al contrario, hanno sempre professato, esplicitamente o meno, la distruzione di Israele.

E se i palestinesi per tutto questo tempo hanno potuto continuare a ricevere denaro pur portando avanti una politica del genere, lo si deve proprio alla assurda accondiscendenza di ONU e Unione Europea e di Stati “permissivi e indecisi su dove stare” come l’Italia.

Ora queste importanti istituzioni internazionali e questi Stati permissivi (verso i palestinesi) vorrebbero criticare Israele perché, con attenzione alla propria sicurezza, vuole annettersi la Valle del Giordano e alcuni insediamenti ebraici.

Beh, non ne hanno alcun Diritto. Non dopo che per oltre 70 anni hanno chiuso sistematicamente gli occhi di fronte alle gravissime malefatte palestinesi, ai furti di denaro, al pagamento statale dei terroristi, agli attacchi armati, alla politica dell’odio ecc. ecc.

Non possono far finta di non comprendere i motivi di sicurezza (persino esistenziali) che spingono Israele a regolarizzare l’annessione della Valle del Giordano.

Ed è una vera vergogna che parlamentari della Repubblica Italiana, responsabili di anni di silenzio sulle malefatte palestinesi, si adoperino per proteggere chi si è arricchito con miliardi di dollari della comunità internazionale, impoverendo nel contempo il popolo palestinese. I veri anti-palestinesi sono loro.

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