Non c’è limite alla vergogna e al disprezzo degli altri. Mentre si chiedono immensi sacrifici agli italiani, i politici super pagati (i più pagati del mondo) si scatenano contro il taglio delle loro indennità previsto a partire da gennaio.
E’ un vero e proprio braccio di ferro tra i super pagati “onorevoli” e il Governo Monti che, con un decreto, ha stabilito a partire da gennaio un taglio delle indennità per parlamentari e senatori pari a quasi il 50%. E’ una rivolta che vede in prima fila un gruppo di politici, magari poco avvezzi a partecipare alle sedute parlamentari ma molto impegnati nella difesa dei loro privilegi.
Il decreto parla chiaro: lo stipendio dei politici italiani deve essere agganciato a quello degli europarlamentari (che non è poco), il che vuol dire tagliare di quasi la metà l’attuale indennità. Alla notizia c’è stata una vera e propria rivolta. Per prima si è opposta la commissione Affari Costituzionali della Camera che ha espresso parere negativo alla norma e in particolare al settimo comma dell’articolo 23 della manovra salva-Italia che prevede che dal primo gennaio gli stipendi di amministratori, consiglieri, sindaci e parlamentari subiscano un taglio che li porti ad essere equiparati a quelli dei loro colleghi europei. La norma è stata bocciata dalla commissione in quanto, secondo loro, “spetta ai deputati decidere su questo punto” e quindi quella norma inserita nel decreto è anticostituzionale.
Giusto per rinfrescare la memoria di chi ci legge, ricordiamo che mentre un parlamentare italiano percepisce una indennità base pari a 11.704 euro (undicimilasettecentoquattro) mentre un parlamentare europeo percepisce 5.339 euro.
Ma cosa hanno fatto quei furboni dei politici italiani? Hanno scoperto che nel Parlamento Europeo a fronte di una indennità molto inferiore vi sono dei benefit particolari (collaboratori, rimborsi spese, voli ecc. ecc. a carico del Parlamento Europeo) che alla fine costerebbero più di quanto costa l’attuale stipendio dei parlamentari italiani. Peccato che si siano dimenticati di dire che anche loro godono di quegli stessi benefit anche se sotto forme diverse.
Fantastiche alcune dichiarazioni di politici italiani riprese oggi da diversi giornali. La Mussolini ha affermato che «già togliere il vitalizio è istigazione al suicidio, figurarsi il resto» mentre Dini ha avuto il coraggio di dire che «le retribuzioni dei politici italiani sono sotto la media europea» dimostrando un certo talento nell’andare contro ogni evidenza.
Insomma, i politici italiani non vogliono rinunciare ai loro immensi privilegi e fanno di tutto per evitare che ciò accada. Quando si tratta di votare leggi per il bene del Paese amano disertare l’aula, ma quando si tratta di difendere i loro interessi non esitano a fare persino gli straordinari.
Bianca B.