Ormai è chiaro a tutti: le presidenziali USA sono ampiamente compromesse per il candidato repubblicano, Mitt Romney. Sono troppo le gaffe commesse e il rischio che consegni il Paese a Obama senza nemmeno combattere è troppo alto.

Tra l’elite repubblicana inizia a serpeggiare la tentazione di chiedere a Romney di fare un passo indietro. Tutti sono ormai consapevoli di aver puntato sul cavallo sbagliato, un cavallo che tra le altre cose rischia di bruciare anche un giovane emergente come Paul Ryan.

Ma farebbe in tempo Romney a ritirarsi senza eventualmente compromettere la corsa di chi lo andrebbe a sostituire? A spiegarcelo è il critico politico esperto degli Stati Uniti, Jon Frosch, attualmente in forza a France24. Secondo i calcoli di Frosch ci sarebbero ancora due settimane per poter valutare quali siano le prospettive di risalita nei sondaggi  che attualmente vedono, secondo la ABC, al 52% per Obama e al 33% per Romney in termini di gradimento e, secondo la CNN, al 55% per Obama e al 45% per Romney in termini di espressioni di voto. Passate queste due settimane, o Romney farà un passo indietro lasciando la sua candidatura a qualcun altro, oppure dovrà cambiare strategia di “attacco a Obama”.

Il problema è che sarà difficile in queste due settimane valutare esattamente se il candidato repubblicano risalirà o meno nei sondaggi. Di solito nelle elezioni USA un certo peso ce l’hanno i confronti diretti televisivi, confronti che però sono previsti solo in ottobre, quindi quasi fuori tempo massimo.

In casa repubblicana prende sempre più piede l’idea di chiedere a Mitt Romney di lasciare, magari al suo candidato alla vice presidenza, quel Paul Ryan che tanto piace anche ai moderati e che è già immerso totalmente nella campagna elettorale . L’idea potrebbe essere rivoluzionaria anche se inedita visto che comunque Ryan non è passato per le primarie. Ma, come si dice, a mali estremi, estremi rimedi.

Adrian Niscemi