Primarie PD e Medio Oriente: Renzi spazza via l’ipocrisia sinistra

29 Novembre 2012

Secondo Bersani l’Italia oggi dovrebbe dare il suo assenso alla richiesta palestinese di essere ammessi come osservatori alle Nazioni Unite, secondo Renzi invece no. Questa è una delle principali differenze tra i due candidati alla Presidenza del Consiglio per il Centro Sinistra ma non è l’unica per quanto riguarda la politica estera.

Infatti a un certo punto del dibattito visto ieri sera su RAI 1 è emersa una netta differenza sulle ragioni che sono alla base della tensione in Medio Oriente. Per Bersani il punto focale, quello su cui ruota tutto, è il conflitto israelo-palestinese, una posizione da sempre sostenuta dalla sinistra più bieca e ipocrita. Non è così per Renzi che individua invece nell’Iran il punto focale delle tensioni.

Renzi è stato breve e coinciso nell’esporre il suo ragionamento: è l’Iran che sta dietro al riarmo di Hamas e dei gruppi terroristi di Gaza. E’ l’Iran che sostiene la Siria di Assad (di cui tutti sembrano essersi dimenticati). E’ l’Iran che controlla il Libano attraverso Hezbollah. Fine del discorso e delle ipocrisie. Mai un leader della sinistra era stato così netto e chiaro ed è forse per questo che Matteo Renzi sta così antipatico all’estrema sinistra di Vendola e a quella parte del PD ancora legata alla vergognosa immagine di D’Alema che cammina a braccetto con i leader di Hezbollah. Renzi è stato così diretto e veritiero che a un certo punto Bersani ha avuto una specie di attacco d’ira e nel replicare ha sottolineato che “la posizione del partito deve essere una sola (la sua) e che non ci può essere divisione”, come a dire “non ti permettere più di dire una cosa del genere”.

Resta il fatto, davvero storico, che finalmente un leader della sinistra (perché, volenti o nolenti Renzi è un leader) si smarca dallo stereotipo dell’arabo bello e buono e dell’ebreo brutto e cattivo, dell’arabo che ha sempre ragione e dell’ebreo che ha sempre torto e della questione palestinese come centro di gravità permanente. Un segno di maturità e coraggio che va riconosciuto a Matteo Renzi e che probabilmente gli costerà il voto egli invasati (ammesso che ce l’avesse) e di coloro che hanno i paraocchi ideologici.

Bianca B.

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