La Turchia non può accogliere più profughi e un nuovo flusso migratorio (verso l’Europa n.d.r.) potrebbe essere “inevitabile” se l’UE non mantiene le sue promesse.
A sostenere questa tesi in una intervista con la stampa spagnola è il Presidente del Parlamento turco, Mustafa Sentop, poco prima di partire per un viaggio ufficiale in Spagna.
Il Presidente del Parlamento turco è apparso molto seccato dalle voci secondo le quali diversi politici europei suggerivano che la Turchia avrebbe dovuto fare da filtro per l’attesa ondata di profughi afghani.
«Finché l’UE non mantiene le sue promesse e non prende le necessarie iniziative umanitarie, l’ondata migratoria non può essere evitata», ha affermato.
«La Turchia non può accogliere più migranti. Ognuno deve assumersi la propria parte di responsabilità» ha poi aggiunto.
Mustafa Sentop ha poi ricordato che l’Unione Europea non mantiene i patti finanziari presi a suo tempo con la Turchia e che comunque «il problema migratorio non può essere risolto con i soli aiuti finanziari» e che quindi l’Europa dovrebbe prendersi un fetta di migranti all’interno di un «vasto programma di integrazione».
La Turchia, fa notare Sentop, ospita già quattro milioni di migranti/rifugiati con un costo sociale ed economico molto alto. «Non può farsi carico da sola anche di una eventuale ondata di profughi afghani».
D’accordo con il Presidente del Parlamento turco è l’italiano Fabio L. Grassi, professore di storia alla Sapienza di Roma, il quale parlando con l’agenzia turca Anadolu, ha affermato che l’afflusso di profughi dovuto alla situazione in Afghanistan è un problema che travalica i confini della Turchia e riguarda l’Europa e l’Occidente.
Secondo Grassi a seguito del fallimento dell’occupazione dell’Afghanistan l’Occidente e l’Europa devono assumersi le proprie responsabilità anche per il flusso di migranti da quel paese.
«I risultati di questa occupazione sono chiari: c’è stato un grande fallimento, un grande disastro. Per questo, ovviamente, gli Stati Uniti, l’Europa e l’Occidente dovrebbero assumersi la responsabilità»
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