Proposta shock in Israele: bloccare Facebook in tutta la Cisgiordania

5 Luglio 2016

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Qualcuno della sinistra israeliana ha definito la proposta avanzata da Naftali Bennett di bloccare Facebook e le connessioni 3G nella zona di Hevron per evitare l’incitamento all’odio una «proposta shock e inutile», altri invece hanno proposto di bloccare Facebook in tutta la Cisgiordania e non limitarsi solo a zone delimitate e sembra che sia questa linea a prevalere, specie dopo la diffusione di una indagine durata un anno sull’uso dei social newtwork da parte di Hamas e su come proprio i social vengano usati dai terroristi per fare proselitismo e per incitare all’odio.

L’indagine è stata condotta da una speciale unità del IDF, l’esercito israeliano, e ha evidenziato come oltre l’80% dei palestinesi usi Facebook per accedere alle notizie, un numero enorme di persone che non è sfuggito ad Hamas che infatti usa Facebook come una vera e propria arma di propaganda ed incitamento.

Vignetta che accusa la ANP di difendere gli insediamenti israeliani
Vignetta che accusa la ANP di difendere gli insediamenti israeliani

L’indagine ha svelato che i gruppi terroristici palestinesi hanno capito sin da subito le potenzialità propagandistiche di Facebook e in misura minore di Twitter dedicando a questo tipo di lavoro una discreta quantità di risorse. E specialmente in Cisgiordania stanno ottenendo risultati inimmaginabili che non sarebbero riusciti a raggiungere nemmeno con una pesante infiltrazione fisica del territorio, cosa non facile visto il controllo del territorio da parte della ANP. L’unità incaricata di monitorare la rete ha rivelato come Hamas usi sistematicamente Facebook per incitare alla violenza contro gli israeliani, per attaccare l’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) accusata di collaborazionismo con il “nemico sionista” e per fare proselitismo. Hamas ha assunto vignettisti e film-maker per creare vignette a animazioni estremamente efficaci nell’incitamento all’odio e nella sistematica demonizzazione dell’ebreo. Non solo, con una campagna mirata sta attaccando da mesi la ANP accusandola persino di difendere gli insediamenti israeliani (vedi vignetta a lato). E questa tattica sembra funzionare benissimo.

Da diverso tempo il Governo israeliano è impegnato in un braccio di ferro con i vertici dei social media accusati di non controllare le pagine che incitano all’odio. Di recente i big della rete si sarebbero accordati per un controllo maggiore sull’incitamento all’odio e sulle pagine riconducibili a gruppi terroristici ma anche questo sembra non bastare, forse perché l’accordo tra i big della rete riguarda più che altro lo Stato Islamico e non i gruppi “minori”. Così le pagine di Hamas dove viene invitato a uccidere gli israeliani proliferano indisturbate.

L’indagine ha rivelato come nei mesi scorsi la rete sia stata letteralmente inondata da messaggi e vignette che incitavano alla Jihad e ad uccidere israeliani con ogni mezzo. Spiegazioni dettagliate su come accoltellare un israeliano, come investirlo, come organizzare attentati con armi da fuoco, come costruire un ordigno improvvisato ecc. ecc. il tutto senza che Facebook, nonostante le richieste, intervenisse per bloccare le pagine interessate da questo fiume di incitamento all’odio. Da qui la proposta di bloccare Facebook e le connessioni 3G in tutta la Cisgiordania che sembra piacere molto al Governo israeliano.

Animazione di un attacco veicolare
Animazione di un attacco veicolare

Scritto da Sarah F.

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