Il Soviet Supremo è duro ad arrendersi. Non solo quello del Partito Democratico ma anche quello dei comunisti duri e puri che, quanto a dialettica, mettono più paura di Grillo. C’è un articolo di Fabio Marcelli su Il Fatto Quotidiano che usa una terminologia degna di un epuratore sudamericano e arriva addirittura a proporre un Governo tecnico guidato da Ingroia. Roba da matti. Questi non sanno neppure dove stia la parola Democrazia.
Marcelli dice: “liquidazione definitiva dell’anomalia berlusconiana e affossamento del suo blocco sociale di riferimento che è cresciuto e si è consolidato nell’illegalità diffusa”. Insomma, il “blocco sociale di riferimento” del Popolo delle Libertà, cioè più o meno un terzo degli elettori italiani, andrebbe tranquillamente affossato. In che senso (eliminati fisicamente, deportati, incarcerati nei gulag….) non lo dice.Ma il massimo lo da quando propone Ingroia alla guida di un governo tecnico, cioè uno che è stato clamorosamente bocciato dagli elettori e che non è nemmeno entrato in parlamento. E poi questa gente ci vuole dare lezione di democrazia. Ma perché ho fatto questa premessa? Per ricollegarmi a Matteo Renzi e per dimostrare come il sindaco di Firenze si debba confrontare con questi dinosauri rancorosi a cui, detto molto francamente, dell’Italia non frega un benemerito cavolo.
Se Fabio Marcelli è l’esempio del comunista tipo, rancoroso e anche un po’ depresso, non da meno sono quelli del Soviet Supremo del Partito Democratico. Certo, sono un tantino più eleganti, ma la mentalità è la stessa. Lo hanno dimostrato quando Renzi, durante le primarie, ha detto che si dovevano cercare i voti dei delusi della destra e loro, gridando allo scandalo, si sono arroccati al Cremlino. Magari la pensano come Marcelli che li vuole “affossare”. Fatto sta che tutti quei preziosissimi voti sono andati a Grillo o, nella migliore delle ipotesi, a nessuno. Allora sorge spontanea una domanda: ma davvero Matteo Renzi intende continuare a confrontarsi con questa gente? Con D’Alema e il suo figlioccio Fassina, con la Bindi, con i dinosauri del Partito Democratico che ancora sognano la bandiera rossa in cima al pennone del Cremlino, che organizzano le Coop rosse e si fanno dettare la linea politica dalla GCIL?
Caro Matteo Renzi, credo che l’età della pubertà sia definitivamente finita e che sia arrivato il momento di diventare grandi. Bene hai fatto a sostenere Bersani fino ad ora (o a non pugnalarlo alla schiena), ma a quanto pare la lezione non è servita. Urge una decisione. O il Soviet Supremo si ritira dopo tutti i fallimenti passati e presenti, oppure sarà il caso di creare un nuovo attore politico. Tanto credimi, con questi non c’è niente da fare. Possono cambiare simbolo anche 20 volte, rimarranno sempre dei dinosauri post-comunisti che sognano il Cremlino e, in alcuni casi, di epurare (pardon, affossare) chi non la pensa come loro.
Carlotta Visentin