Si infiamma improvvisamente il fronte iracheno dopo che per la quarta volta in pochi giorni un deposito di armi delle milizie sciite legate all’Iran è stato misteriosamente bombardato.
Ieri sera il Popular Mobilization Forces (PMF), una sigla che racchiude le più importanti milizie sciite legate all’Iran che operano in Iraq, ha diffuso un durissimo comunicato che accusa apertamente gli USA e Israele degli attacchi ai loro depositi di armi.
«Annunciamo che la prima e ultima entità responsabile di ciò che è accaduto sono le forze americane, e le riterremo responsabili per qualsiasi cosa accada da oggi in poi», afferma la dichiarazione attribuita al comandante del PMF, Jamal Jaafar Ibrahimi, conosciuto con il nome di battaglia di Abu Mahdi al-Mohandes.
Secondo la dichiarazione sarebbero stati infatti gli Stati Uniti ad autorizzare quattro droni israeliani ad entrare nello spazio aereo iracheno per poi colpire le basi delle milizie sciite.
Nella dichiarazione si legge anche che da ora in poi le milizie sciite si difenderanno dagli attacchi «con qualsiasi mezzo, incluso armi avanzate» senza tuttavia specificare a quali armi avanzate si riferissero.
Secca e immediata la risposta americana. «La missione CJTF-OIR in Iraq è unicamente quella di aiutare i nostri partner delle forze di sicurezza irachene nella missione di sconfiggere in maniera duratura Daesh. Operiamo in Iraq su invito del governo iracheno e rispettiamo le loro leggi e direttive» si legge nel comunicato diffuso dal comando delle forze armate americane in Iraq.
Intanto da Israele è silenzio assoluto. Da Gerusalemme arriva solo la conferma che lo Stato Ebraico colpirà le basi iraniane giudicate pericolose per Israele ovunque esse si trovino.
Circa un anno fa era stato l’ex ministro della Difesa israeliano, Avidgor Lieberman, a parlare per la prima volta della possibilità che Israele avrebbe potuto colpire obiettivi iraniani in Iraq.
Nel gennaio scorso il capo della intelligence militare israeliana, il Generale Tamir Hayman, aveva annunciato che l’Iran stava consolidando la sua posizione in Iraq grazie alle milizie sciite armate e finanziate dalle Guardie della Rivoluzione Islamica e che ciò comportava una minaccia per Israele.
Tuttavia gli israeliani non hanno mai né confermato né smentito di aver attaccato obiettivi iraniani in Iraq.