Che militari iraniani combattessero in Siria lo si sapeva da tempo, ma fino ad oggi Teheran aveva sempre negato l’invio di truppe a sostegno del regime di Assad. Da ieri invece è praticamente ufficiale, da quando il potentissimo Generale Qassem Soleimani, comandante delle Forze Quds iraniane, ha visitato le truppe di Teheran o legate all’Iran (Hezbollah) che operano nel Golan. Lo riferisce il Times of Israel che cita una fonte anonima.
Secondo la fonte del Times of Israel sarebbero almeno 1.500 le truppe iraniane appartenenti alle Guardie della Rivoluzione che stanno combattendo in Siria. E l’Iran continuerebbe in questi giorni a inviare truppe attraverso un ponte aereo. Anche Hezbollah avrebbe inviato nuovi contingenti di combattenti in Siria con lo scopo di garantire il controllo della strada Aleppo-Hama e di riprendere la città di Jisr al-Shughour nella provincia di Idlid, di fondamentale importanza per il regime di Damasco.
Ma a preoccupare maggiormente gli analisti israeliani non sono le sorti della guerra in Siria quanto piuttosto la massiccia presenza di forze iraniane sulle Alture del Golan. Ieri Qassem Soleimani ha visitato le truppe che si trovano praticamente al confine con Israele, quasi in aperta sfida allo Stato Ebraico. Il timore israeliano che militari iraniani ponessero piede al confine con Israele diventa quindi una realtà tangibile. Cosa farà ora Israele impegnato anche sul rinnovato (ad hoc?) fronte palestinese? Difficile dirlo anche perché non sono ancora chiari gli accordi tra Netanyahu e Putin, ma è plausibile che qualcosa dovrà fare.
Scritto da Adrian Niscemi