Quello che è successo a Juba, capitale del Sud Sudan, lo scorso 11 luglio sta emergendo in tutta la sua drammaticità in queste ore nelle quali l’ONU chiede al Governo del Sud Sudan una indagine accurata sui fatti ma che non solleva proprio l’ONU dalle sue gravissime responsabilità.
Cooperanti straniere stuprate da decine di militari sud-sudanesi, un giornalista locale ucciso a sangue freddo, irruzioni nei compound delle organizzazioni umanitarie a Juba, furti e violenze di ogni tipo mentre a pochi Km di distanza le truppe dell’ONU rimanevano ferme nonostante le decine di richieste di aiuto che arrivavano dai compound delle organizzazioni umanitarie. Ore e ore di violenze in stile arancia meccanica senza che le truppe ONU intervenissero.
I fatti
“O hai rapporti sessuali con noi, oppure ti violentiamo e poi ti ammazziamo”
Era l’11 luglio quando le truppe governative sud-sudanesi, fresche vincitrici di un confronto armato con elementi ribelli, si sono riversate nel complesso alberghiero Terrain che ospita diverse organizzazioni umanitarie straniere. Per quattro ore hanno devastato, stuprato, fatto violenze indicibili e ucciso mentre a pochi Km di distanza le truppe ONU rimanevano immobili nonostante le drammatiche richieste di aiuto che arrivavano dal complesso che ospitava gli stranieri. La Associated Press ha intervistato per telefono otto sopravvissuti a quelle violenze che a condizione di anonimato hanno accettato di raccontare quelle drammatiche ore. Tra i racconti colpisce quello di una cooperante violentata da 15 militari sud-sudanesi. Le hanno puntato un AK-47 alla testa e le hanno detto: «o hai rapporti sessuali con noi, oppure ti violentiamo e poi ti ammazziamo». Ma le cooperanti straniere violentate sarebbero decine mentre altre violenze non sono state risparmiate nemmeno agli uomini. Per ore i militari sud-sudanesi si sono accaniti sulle cooperanti straniere, hanno derubato e fatto violenze indicibili.
Ieri il Segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon, ha annunciato l’avvio di una inchiesta per indagare i motivi per cui le truppe ONU non sono intervenute nonostante le decine di richieste di aiuto. Una seconda inchiesta che riguarda sempre le truppe ONU di stanza in Sud Sudan riguarda le accuse rivolte ai militari di aver violentato decine di donne sud-sudanesi, motivo che sarebbe alla base della “ritorsione” dei militari sud-sudanesi. Si sospetta che il fatto il che le truppe ONU non siano intervenute dipenda proprio da questo.
Le testimonianze delle cooperanti brutalmente violentate dai militari del Sud Sudan sono agghiaccianti. Stuprate da decine di uomini mentre le incolpevoli poverette chiedevano pietà. Oltre ad essere state violentate molte donne riferiscono di essere state brutalmente picchiate e insultate. Le violenze sono andate avanti per quattro ore senza che nessuno intervenisse per fermarle. Secondo il portavoce dell’esercito sud-sudanese, Lul Rai Koang, i militari arrestati per quelle violenze sarebbero diciannove, ma a parteciparvi sarebbero stati molti di più.
Scritto da Claudia Colombo