Ho come l’impressione che nella famiglia Berlusconi siano perseguitati dall’idea di essere perseguitati. Scusate il gioco di parole ma non saprei davvero come definire l’ultima sparata di Marina Berlusconi che in riferimento alla sentenza sul Lodo Mondadori che condanna Fininvest a risarcire la CIR di De Benedetti di 564 milioni di euro, parla di “sentenza politica”.
La differenza che c’è tra un Paese democratico e un regime la fanno il rispetto delle regole e la legge applicata a tutti, politici compresi. In un Paese democratico sarebbe impensabile che un corruttore (o un corrotto) possano fare attività politica o addirittura fare il capo del Governo.
Berlusconi non odia tutti i giudici, odia solo quelli che non riesce a comprare. Per esempio non odia Maria Rosaria Grossi, ex giudice del Tribunale fallimentare di Milano, sotto inchiesta per concussione e, ora, per evasione fiscale dopo che il suo nome è venuto fuori dalla “lista Falciani”, cioè quell’elenco di nomi che hanno conti in Svizzera svelato dall’ex dipendente della HSBC, Hervé Falciani.
Già in passato Maria Rosaria Rossi era finita nel mirino degli inquirenti per presunti favori al gruppo Fininvest nell’affare Mondadori e in altri affarucci passati in secondo piano, ma non per questo meno importanti o imponenti, come l’acquisto di Radio 101 oppure per il fallimento della società Arcado, che non dice niente a nessuno meno che al Premier in quanto ex proprietaria dei terreni adiacenti a Villa Certosa.