Ho come l’impressione che nella famiglia Berlusconi siano perseguitati dall’idea di essere perseguitati. Scusate il gioco di parole ma non saprei davvero come definire l’ultima sparata di Marina Berlusconi che in riferimento alla sentenza sul Lodo Mondadori che condanna Fininvest a risarcire la CIR di De Benedetti di 564 milioni di euro, parla di “sentenza politica”.
Mi sembra di rivedere in Marina gli stessi discorsi di Silvio dove loro sono i buoni e tutti gli altri sono i cattivi, dove loro sono nel giusto mentre tutti gli altri sono in malafede, dove loro sono i perseguitati mentre tutti gli altri sono i persecutori. Ma soprattutto mi sembra di capire che Marina Berlusconi sta facendo il salto di qualità per preparare la sua “discesa in campo”, un salto di qualità che nel nome della continuità dinastica non può prescindere dall’attacco alla magistratura.
Ora, non voglio e non posso (mi mancano le basi giuridiche) per discutere sulle osservazioni della sig.ra Berlusconi sulla sentenza Mondadori, ma mi sembra francamente poco consueto inviare un esposto al Ministro della Giustizia (eletto da suo padre), invece di affidarsi come tutti i comuni mortali alla sentenza di cassazione. E’ difficile, con tutta la buona volontà, pensare che il Ministro della Giustizia, Nitto Palma, sia imparziale nella sua indagine e visto come in casa Berlusconi ce l’hanno con i giudici non è fantascienza pensare a qualche azione eclatante da parte del Ministero della Giustizia contro i giudici.
Ed è qui che secondo me emerge il lato politico della vicenda: Marina prende esattamente la stessa strada del padre e apre un conflitto con la magistratura tutto volto a garantire una sorta di immunità alle aziende di famiglia e, laddove questo non sia possibile, usa strumentalmente il potere politico per sovvertire (o eludere) le decisioni dei giudici contrarie alla “famiglia”.
Buon sangue non mente, dice il proverbio, e se è vero che Silvio Berlusconi non può lasciare la politica prima di aver messo al sicuro i suoi affari, la possibilità di una discesa in campo di Marina rimane l’unica alternativa valida al pensionamento dell’anziano padre per garantire una continuità nella salvaguardia politica degli affari di famiglia. Ecco perché sono convinta che questa mossa di Marina Berlusconi altro non sia che il preludio ad una sua discesa in campo nella politica. Se ci fate caso i media berlusconiani (TV e giornali) sono sempre più concentrati sulla figura di Marina Berlusconi e, se ho ragione, nelle prossime settimane lo saranno ancora di più. La macchina si è messa in moto e ne vedremo delle belle.
Carlotta Visentin