In questi giorni di patimento per le decisioni che andrà a prendere il Governo su come rimediare “al volo” i 25 miliardi di euro necessari a questa prima trance della finanziaria, si parla tanto di tagli. Tagli alle pensioni, tagli alle regioni, alla sanità, ai servizi per i cittadini e, finalmente, di tagli alla politica (ma vedremo se sono solo parole). Nessuno parla di tagli alla Difesa.
E’ difficile dire quanto spende l’Italia nel settore Difesa anche perché i capitolati di spesa sono davvero tanti. Però una idea ce la possiamo fare anche se sommaria. Iniziamo dal costo delle missioni militari all’estero. Partiamo dall’ultima, quella in Libia. Secondo alcuni calcoli fatti da persone che se ne intendono, la guerra in Libia costa all’Italia e agli italiani circa 8 milioni di euro al giorno. Fate voi un calcolo di quanto ci sia costata fino ad ora. In ogni caso secondo calcoli fatti dal Centro Studi Giuseppe Federici alla fine dell’anno avremo speso in Libia oltre 2,5 miliardi di euro, e qualcuno (Bossi) sostiene che saranno molti di più. La guerra in Afganistan, sempre secondo calcoli fatti da persone che ne sanno qualcosa, ci costa circa 60 milioni al mese (due milioni al giorno) ma ad essere pignoli si potrebbe arrivare a 70 milioni anche perché in questi costi non vengono calcolati quelli dei reparti non dipendenti dalla Difesa (i servizi segreti per esempio). Dopo di che si può passare tranquillamente alle missioni inutili quali quella in Libano che costa centinaia di milioni, nei Balcani e in altre decine di posti,magari con presenze simboliche ma che costano fior di milioni.
Per far capire a chi ci legge quanto ci costa il settore Difesa possiamo citare i dati diffusi dal Ministero della Difesa per quanto riguarda il bilancio 2011. Quando ancora non si parlava della guerra in Libia il bilancio 2011 del Ministero della Difesa prevedeva una spesa complessiva di 20.494,6 milioni di euro (20 miliardi e 494,6 milioni) ai quali vanno aggiunti i costi della guerra in Libia. Ora la domanda sorge spontanea: ma dove vanno tutti quei soldi? Delle missioni all’estero abbiamo parlato, c’è poi il mantenimento e l’ammodernamento dei mezzi (navi, aerei, cingolati, ecc. ecc.), il costo del personale e via dicendo.
Infine dobbiamo parlare dei nuovi acquisti già preventivati dai nostri generaloni e policanti. Mi vorrei soffermare in particolare sui nuovi caccia F35. Il progetto denominato “Joint Strike Fighter” (progetto approvato l’8 aprile 2009 le Commissioni Difesa di Camera e Senato) prevede per l’Italia l’acquisto di ben 131 caccia F35 per un costo complessivo di 15 miliardi di euro. E poi c’è in programma di costruire 17 nuove fregate classe FREMM per un costo complessivo di 5 miliardi e 680 milioni di euro.
Ora, io posso capire queste spese se si parla di Paesi costantemente in guerra e sotto minaccia come può essere Israele o qualche Paese dittatoriale come la Corea del Nord che basano la loro sopravvivenza su forze armate adeguate e armate con gli ultimi ritrovati della tecnologia bellica, ma all’Italia tutto questo a cosa serve? Parlano di tagliare le pensioni e i servizi sociali ma nessuno fa un fiato sui soldi spesi dal comparto Difesa. Perché? Mi può star bene che in un momento di crisi si provveda a dei tagli, ma non mi sta bene che si tagliano servizi essenziali e non si tocchino quelli superflui. Il settore Difesa deve essere il primo a subire tagli proprio perché superfluo e non indispensabile al Paese. Su questo gli italiani si devono battere a spada tratta insieme alla battaglia per ridurre i costi della politica. Non permettiamo a questi politicanti di toccarci i servizi essenziali senza aver prima tagliato quelli superflui.
Carlotta Visentin