Un muro altissimo intorno a un campo palestinese volto a impedire ai residenti di uscire. Lo stanno costruendo proprio in queste ore le autorità del Libano intorno al più grande campo palestinese del Paese, quello di Ain al-Hilweh, dopo che nello stesso campo palestinese erano scoppiati feroci scontri tra fazioni palestinesi che rischiavano di coinvolgere il Libano. Così le autorità di Beirut hanno deciso di chiudere tutto ermeticamente e di lasciare che i palestinesi se la vedessero tra di loro.
Secondo alcuni media libanesi il muro anti-palestinese sarebbe stato deciso dalle autorità libanesi in accordo con i leader palestinesi del campo, ma fonti di parte palestinese negano decisamente qualsiasi accordo tanto che la popolazione del campo sta manifestando con veemenza contro la costruzione del muro. Peccato che non ci siano televisioni e giornalisti stranieri a riprendere la scena, forse perché a costruire il muro non è Israele. Il rappresentante di Hamas in Libano, Abu Ahmad Faysal, ha detto al Daily Star che oltre al muro verranno costruite quattro torri di guardia dove prenderanno posto militari libanesi. Alcuni account Twitter collegati a fazioni palestinesi parlano del “muro di sicurezza” come di una prigione a cielo aperto per 70.000 palestinesi. E proprio da Twitter arrivano le prime fotografie della posa in opera del muro di sicurezza. Altri parlano di “muro della vergogna” mostrando quasi minuto per minuto la costruzione del muro.
Il Governo libanese ha deciso questa misura dopo che all’interno del campo alcune fazioni palestinesi si erano scontrate tra di loro. Da un lato i miliziani di Fatah, dall’altro quelli del gruppo islamista Jund al-Sham. Il campo palestinese di Ain al-Hilweh oltre ad essere il più grande campo palestinese del Libano è noto per accogliere e nascondere ricercati, latitanti e terroristi di ogni tipo.
#Lebanon begins building ‘security wall’ around “Ain al-Hilweh” refugee camp,the camp is home to over 70,000 registered Palestinian refugees pic.twitter.com/nv1G4uHEwO
— Ahmad M. Yassine (@Lobnene_Blog) 20 novembre 2016
Scritto da Sarah F.