UNIFIL, la missione ONU di stanza nel sud del Libano che ha il compito di far rispettare la risoluzione 1701, non funziona, lo si sapeva già da tempo visto il riarmo evidente di Hezbollah. Ma che fosse addirittura funzionale ai terroristi sciiti al soldo di Teheran nessuno lo poteva immaginare.
Invece è proprio questo il sospetto che ha assalito le autorità israeliane quando a Gerusalemme si sono resi conto che le numerose denunce di violazione della risoluzione 1701 venivano regolarmente ignorate, la più recente e grave quella che riguarda l’uso da parte di Hezbollah di fantomatiche ONG per armare e blindare il confine tra Libano e Israele.
Ieri il governo israeliano ha presentato per l’ennesima volta le prove delle violazioni della risoluzione 1701 da parte di Hezbollah, ma questa volta le ha presentate direttamente ai Paesi che contribuiscono con militari sul terreno alla forza di pace UNIFIL. Tra di loro i maggiori contributori in termini di uomini sono Indonesia, Italia, India, Spagna, Ghana, Nepal, Malesia, Francia, Finlandia e Irlanda. Tra i maggiori contributori, oltre all’Italia che fornisce 1100 militari, 298 mezzi terrestri e 6 mezzi aerei, ci sono l’Indonesia e la Malesia che forniscono rispettivamente 1.288 uomini (Indonesia) e 829 uomini (la Malesia) che non riconoscono Israele e che non hanno con lo Stato Ebraico regolari relazioni diplomatiche, il che pone diverse domande sulla legittimità della loro presenza all’interno dello schieramento UNIFIL che conta complessivamente 10.700 uomini provenienti da 41 Paesi. Ed è proprio su questi due Paesi che si sono puntati i riflettori. Insieme forniscono oltre il 10% della forza di UNIFIL e teoricamente dovrebbero controllare che gli Hezbollah non violino la risoluzione 1701, ma appare assai improbabile che lo facciano, anzi, c’è il sospetto che invece di controllare coprano le manovre di Hezbollah. Si spiegherebbe anche così il motivo per cui le denunce di Israele vengono regolarmente ignorate.
«Nessuna delle denunce di Israele è stata presa in esame da UNIFIL» ha detto un funzionario del Ministero degli Esteri israeliano a RR. «Tutte le denunce sono state archiviate senza alcun approfondimento o indagine» ha detto ancora il funzionario israeliano.
Venerdì scorso il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha reso noto un recente rapporto dell’ONU nel quale si ammette che le Nazioni Unite non sono state in grado di verificare la veridicità delle denunce israeliane. Ma il “non essere in grado di verificarle” non vuol dire che siano infondate. Anzi, come dice giustamente l’ambasciatore americano all’Onu, Nikki Haley, Hezbollah fa bella mostra delle sue armi, se ne vanta apertamente e le mostra in TV, mentre il comandante di UNIFIL sostiene che nel sud del Libano tutto è tranquillo. «Come fa a dirlo?» dice la Haley che chiede un cambio ai vertici della forza di pace ONU.
Nel frattempo il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, alza ulteriormente il tono della sfida con Israele e in un video sostiene che la prossima guerra con lo Stato Ebraico attirerà migliaia di combattenti, molti di più di quanti ne ha attirati la guerra del 2006.