Dal caso Noemi a quello della “nipote di Mubarak” passando per le promesse elettorali mai mantenute, di balle il sig. Berlusconi ce ne ha raccontate parecchie, spesso talmente grottesche che se non fosse grave il fatto che un Presidente del Consiglio racconti balle al suo popolo, ci sarebbe di che sganasciarsi dal ridere.
Le ultime due, in ordine di tempo, sono quella che darebbe tutte le responsabilità legate all’uso del famoso cellulare panamense (usato per parlare con Lavitola) al maggiordomo di Villa Grazioli, tale Alfredo, e al “lungo colloquio” avuto ieri con Angela Merkel, colloquio che la cancelleria tedesca ha prontamente smentito.
Si ha l’impressione che ormai il Presidente del Consiglio non sappia più che pesci prendere per cui è un continuo evolversi di balle da distribuire al popolino berlusconiano, per fortuna sempre più ridotto, che adesso ha trovato in Scilipoti l’ultimo eroe da consacrare sull’altare del berlusconismo.
Ma quello che più spaventa è vedere come il popolo italiano si sia assuefatto alle incredibili balle del Premier. Ci si ride su semplicemente dimenticando la gravità del fatto che un Primo Ministro racconti balle al suo popolo. E’ una sorta di “sindrome di Stoccolma” collettiva o, se volete, la malsana abitudine a dimenticarsi velocemente di certe affermazioni, come quando il Premier andò in TV e giurò sulla testa dei suoi nipotini di non aver mai pagato una donna in vita sua. Chi se la ricorda quella ridicola esibizione che se fosse avvenuta in un altro Paese avrebbe scardinato qualsiasi Governo? Nessuno, perché ormai l’abitudine alle balle del Premier è diventata quasi rassegnazione.
E così non indigna nemmeno vedere quella vera e propria caricatura che è l’immagine di Berlusconi in ginocchio da Scipiloti. Non indigna sentire l’ennesimo attacco alla magistratura fatto proprio dal palco scilipotiano. Lo si ascolta distrattamente e lo si dimentica nel giro di poche ore.
Ma tutto questo è sbagliato. Il popolo italiano deve uscire da questa sindrome di Stoccolma collettiva che ci fa sottostare al nostro carnefice. Il popolo deve reagire con lo strumento della democrazia a questa autocrazia che ci tiene ostaggio di questo omuncolo indegno persino di nominare il nome dell’Italia e che nessuno al mondo (salvo Putin e Lukashenko) vuole più vedere o semplicemente sentire.
Non possiamo e non dobbiamo più tollerare le balle che quotidianamente ci propina il sig. Berlusconi, non è il tempo per riderci su come se si trattasse semplicemente di una macchietta. La crisi incombe, la gente è sempre più povera e l’Italia ha estremamente bisogno di qualcuno che la rappresenti degnamente e che faccia azioni concrete per risolvere i problemi del Paese. Usciamo da questa malattia che ci sta distruggendo. Insomma, reagiamo prima che sia troppo tardi e che il Paese venga sommerso dai moti violenti di cui sabato scorso ne abbiamo avuto un assaggio.
Roberto Delponte