Venezuela, Caracas – Ormai Maduro gioca a carte scoperte e scatena i suoi squadristi contro il Parlamento regolarmente eletto.
Ieri, nel giorno della festa per l’indipendenza del Venezuela, un numeroso gruppo di squadristi chavisti con la palese complicità delle forze dell’ordine è entrato alla Assemblea Nazionale del Venezuela (il Parlamento venezuelano) e ha attaccato i legislatori e i giornalisti presenti. Botte da orbi a parlamentari e giornalisti accusati dagli squadristi di tradimento, momenti che hanno rievocato i peggiori regimi fascisti come di fatto lo è quello di Maduro. Alla fine ci sono stati molti feriti, alcuni con costole rotte e la testa spaccata.
«Siamo qui per difendere il Venezuela, per questo siamo stati eletti ed è quello che vogliamo fare anche se ci dovesse costare la vita» ha detto il deputato dell’opposizione a Maduro, Armando Armas, in un video diffuso su Twitter nel quale si vede il politico venezuelano mentre viene curato dalle ferite inferte dagli squadristi del dittatore venezuelano.
Ad attaccare l’Assemblea Nazionale del Venezuela sono stati i cosiddetti “colectivos”, vere e proprie bande armate che lavorano per il regime, civili non sempre venezuelani che hanno avuto un addestramento militare e che sin dall’inizio delle proteste di massa si sono adoperati per attaccare e intimorire i manifestanti, gruppi che operano al di fuori di qualsiasi legge ma che sono armati, finanziati e coperti dal regime di Maduro.
Nel frattempo si apprende dalla Reuters che nelle ultime settimane almeno 123 militari venezuelani sarebbero stati arrestati, molti dei quali per “abbandono del loro posto” durante le manifestazioni, militari che si sono rifiutati di reprimere con la forza le manifestazioni e che per questo sono stati arrestati.
Dopo i gravissimi fatti di ieri le proteste contro il regime di Maduro sono piovute da ogni parte del globo, in primis dal Dipartimento di Stato americano che ha definito l’attacco squadrista come “un attacco al principio di democrazia per cui i venezuelani hanno combattuto”.
Ma le proteste internazionali verso il regime di Maduro non bastano più, occorre aiutare l’opposizione venezuelana con azioni concrete al fine di togliere il controllo del paese a Maduro e alle sue squadracce fasciste che da mesi uccidono i pacifici manifestanti ormai esasperati dalla gravissima crisi economica nella quale il regime venezuelano ha gettato il Paese. Ma su quanto succede in Venezuela c’è poca attenzione. RR nel suo piccolo ha cercato di portare l’attenzione dell’opinione pubblica su questo gravissimo problema e aumenterà ancora gli sforzi per informare e aiutare così l’opposizione venezuelana, ma noi da soli non bastiamo. Serve che anche la “grande stampa” se ne interessi fattivamente, ma soprattutto serve che le istituzioni internazionali prendano fermamente posizione su quanto sta accadendo nel Paese sudamericano e che decidano sanzioni efficaci contro il regime di Maduro. Ora è arrivato il momento di mettere via l’indifferenza e di agire a protezione del popolo venezuelano.