Hamas torna sotto l’influenza iraniana dopo che per mesi Teheran aveva tolto il gruppo terrorista palestinese dalla sua “lista della spesa” a causa della posizione assunta da Hamas sulla guerra in Siria, posizione contraria ad Assad e quindi all’Iran.

Il nuovo accordo tra Hamas e Iran è stato firmato giovedì 22 maggio a Doha. L’accordo è arrivato a seguito di mesi di trattative tra i terroristi palestinesi e lo stato canaglia, mesi nei quali sono state definite le linee guida che il gruppo terrorista palestinese avrebbe dovuto tenere nei confronti di Israele e del conflitto siriano.

Secondo fonti confermate e verificate l’accordo è stato firmato dal vice Ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian, e il capo di Hamas, Khaled Mashaal. Il “contratto” prevede che l’Iran versi ad Hamas 200 milioni di dollari l’anno e che fornisca ai terroristi palestinesi le stesse armi che fornisce attualmente alla Jihad Islamica, cioè missili a lungo raggio di ultima generazione, lanciarazzi, armi pesanti e leggere, esplosivi, mine, colpi di mortaio ecc. ecc. L’accordo prevede anche che Hamas torni a collaborare militarmente anche con Hezbollah, cioè che coordini con il gruppo terrorista libanese le future operazioni militari contro Israele.

La stranezza di questo accordo non sta tanto nell’accordo in se. Era prevedibile che Hamas tornasse sotto l’influenza iraniana dopo che si è visto tagliare i fondi da diversi paesi arabi. La vera stranezza sta nelle date dell’accordo. Infatti Hamas il giorno 16 maggio firma l’accordo di riunificazione con Fatah, pochi giorni dopo (come detto, il 22 maggio) firma l’accordo di cooperazione militare con l’Iran. Possibile che Abu Mazen non ne fosse a conoscenza? Cioè, possibile che Abu Mazen non sapesse che accordandosi con Hamas automaticamente si sarebbe accordato anche con Teheran?

La mossa in effetti è molto furba. Oggi far entrare armi nella Striscia di Gaza è estremamente difficile dopo che anche l’Egitto ha letteralmente blindato la frontiera con Gaza. L’unica via era quindi quella di arrivare a una cooperazione con Fatah che dalla Cisgiordania gode di una certa libertà di movimento e può usare con una certa libertà il confine giordano. Ed ecco che il cerchio è chiuso con la certezza matematica che anche Abu Mazen fosse perfettamente a conoscenza dell’imminente accordo tra Hamas e Iran. E così si spiega anche perché Abu Mazen sia andato avanti con la riunificazione con Hamas nonostante le reazioni israeliane che comprendono anche importanti sanzioni nei confronti dei palestinesi.

Se diamo quindi per scontato che Abu Mazen (e quindi Fatah) fosse a conoscenza dell’imminente accordo tra Hamas e Iran dobbiamo dare per scontato che anche Fatah sia d’accordo con questo “contratto” e che addirittura ne sia una componente importante. Questo, oltre ai motivi già elencati, aggiunge un altro interrogativo di non poco conto che in occidente si dovrebbero porre: Abu Mazen si sta preparando a una escalation militare contro Israele? A noi sembra di si e lo fa mentre va in giro a parlare di pace.

[glyphicon type=”user”] Scritto da Miriam Bolaffi

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