Gaza, l’ultima evoluzione del terrorismo islamico

10 Marzo 2014

Gaza salafiti

Chissà se i pacifisti avranno letto l’intervista rilasciata da Abu Bakir al-Ansari, leader dei salafiti a Gaza, alla Associated Press e chissà cosa ne pensano del futuro immaginato per la Striscia dagli assassini di Vittorio Arrigoni.

Se Hamas è indubbiamente un gruppo terrorista islamico i salafiti legati ad Al Qaeda ne sono la deriva più estremista e lo hanno dimostrato proprio a Gaza dove hanno imposto la chiusura dei negozi di barbiere, dei negozi di musica e di tutti quei locali dove era possibile una “contaminazione” tra uomo e donna. Hamas ha dovuto accettare le imposizioni dei salafiti (salvo in alcune zone) in cambio di una tenue promessa in merito al rispetto della tregua con Israele.

Secondo quanto dice Abu Bakir al-Ansari alla Associated Press i salafiti che fanno  possono contare su 4.000 uomini armati, un piccolo esercito cresciuto a dismisura negli ultimi mesi anche con l’innesto di combattenti stranieri. I numeri dati da Abu Bakir al-Ansari sono smentiti proprio da Hamas che valuta i combattenti salafiti in qualche centinaio mentre esperti israeliani parlano di 1.000 combattenti. Ma è chiaro che iniziano ad avere una certa influenza tra i giovani di Gaza.

Abu Bakir al-Ansari sostiene di avere un accordo con Hamas per rispettare la tregua con Israele ma che al primo accenno di “violazione” da parte israeliana i salafiti lanceranno i loro missili senza consultarsi con Hamas. Il suo sogno è quello di vedere la Striscia di Gaza trasformata in un grande califfato che comprenda anche il territorio israeliano, la “grande Palestina” dal mare al Giordano dove l’unica legge sarà la Sharia. Chissà cosa ne pensano i pacifisti di questa “allettante” prospettiva. Ma se sono stati zitti di fronte al brutale assassinio di Vittorio Arrigoni è prevedibile che approveranno anche le intenzioni di questi criminali islamici.

I salafiti di Gaza considerano Hamas “troppo tenero”, sono impegnati in Siria e fortemente sospettati di operare nel Sinai dove hanno più volte attaccato l’esercito egiziano. Secondo alcuni esperti internazionali Gaza potrebbe diventare l’ultima frontiera del terrorismo qaedista, l’ennesimo territorio da usare come zona franca e dal quale lanciare i loro attacchi. Si spiegherebbe così il vertiginoso aumento dei combattenti salafiti che, come detto, possono contare di centinaia di combattenti stranieri. Nei forum qaedisti si sono moltiplicate le chiamate alle armi e gli inviti a  recarsi a Gaza. Questo preoccupa parecchio le intelligence occidentali  perché è chiaramente il segno che ormai la Striscia di Gaza è diventata un obbiettivo primario della rete terroristica islamica globale.

Per ora Hamas e Jihad islamica (sostenuta dall’Iran) stanno a guardare, ma l’evolversi della situazione è così rapido che anche i due principali gruppi terroristici di Gaza non possono stare tanto tranquilli. E tranquilli non possono stare nemmeno in Israele e in Egitto. Rimanere inerti di fronte a questa ennesima evoluzione del terrorismo islamico nella Striscia di Gaza potrebbe essere molto pericoloso e lasciare che tutto ciò avvenga senza colpo ferire sarebbe un grave errore.

Sarah F.

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