Alla fine del discorso di Netanyahu al Congresso Americano il Presidente Obama ha dichiarato che “non c’era nulla di nuovo nel discorso di Netanyahu” il che è in parte vero perché il Premier israeliano ha detto quello che in fondo Obama sa benissimo, cioè che l’Iran rappresenta un pericolo mortale per tutto il mondo. Dove Obama ha mentito è nella sua affermazione secondo la quale “Netanyahu non ha offerto alcuna alternativa valida all’accordo che gli USA stanno chiudendo con l’Iran”. Eccome se l’ha offerta una alternativa valida, solo che Obama non ha il coraggio di fare il Presidente degli Stati Uniti e preferisce fare il preside di una scolaresca di bambini viziati quindi non la prende in considerazione.

Ma andiamo con ordine. Dopo aver ribadito che il suo discorso non era contro Obama ma a difesa del popolo di Israele, cosa questa che il Presidente americano non riesce a concepire, Netanyahu è passato all’attacco e ha spiegato agli americani che il regime iraniano non è un problema solo per gli ebrei (l’Iran ha giurato di spazzare via Israele e tutti i suoi abitanti) ma che è un problema per tutto il mondo. Ha paragonato il regime iraniano al nazismo e lo ha messo sullo stesso piano del ISIS. «Il regime iraniano sarà sempre nemico dell’America – ha detto Netanyahu ai deputati americani – non fatevi ingannare. La battaglia tra l’Iran e l’ISIS non trasforma l’Iran in un amico dell’America. Iran e ISIS si contendono lo scettro dell’islamismo militante. Uno si chiama Repubblica Islamica, l’altro si fa chiamare Stato Islamico. Entrambi vogliono imporre un impero islamista prima sul Medio Oriente, poi su tutto il mondo. Sono solo in disaccordo tra loro su chi sarà il sovrano di quell’impero. Quando si tratta di Iran e ISIS, anche il nemico del tuo nemico è tuo nemico».

Poi è passato direttamente ad attaccare l’accordo che gli Stati Uniti stanno raggiungendo con l’Iran sul loro programma nucleare. «Lo ripeto ancora una volta: il più grande pericolo che minaccia il nostro mondo è il connubio fra islamismo militante e armi nucleari. Sconfiggere l’ISIS ma lasciare che l’Iran ottenga armi nucleari equivale a vincere la battaglia, ma perdere la guerra. Non possiamo permettere che accada». Netanyahu si riferisce all’accordo che gli Stati Uniti stanno negoziando con Teheran, un accordo che lascerà invariata la capacità iraniana di produrre armi atomiche e che addirittura tra una decina di anni potrebbe legittimarle (se ci si arriva a 10 anni). «L’accordo finale non è ancora firmato – ha incalzato Netanyahu – ma diversi elementi che saranno presenti in qualunque sua formulazione sono noti a tutti. Salvo cambiamenti clamorosi, esso prevede concessioni importanti all’Iran. Lascerebbe all’Iran una vasta infrastruttura nucleare: non un solo impianto nucleare verrebbe demolito. Spento, magari, ma non smantellato. Il tempo necessario all’Iran per produrre abbastanza materiale per una bomba atomica sarebbe solo di un anno, secondo la stima degli Stati Uniti, anche meno secondo la valutazione di Israele».

E poi il durissimo affondo all’accordo: «Certo, vi sarebbero limiti e ispezioni. Ma gli ispettori documentano le violazioni, non le fermano. Gli ispettori sapevano che la Corea del Nord stava per produrre la Bomba, ma questo non fermò nulla. La Corea del Nord spense le telecamere, buttò fuori gli ispettori e nel giro di pochi anni ottenne la Bomba. Come la Corea del Nord, anche l’Iran ha sfidato gli ispettori internazionali. Lo ha fatto almeno tre volte, nel 2005, nel 2006 e nel 2010. E come la Corea del Nord, ha rotto i lucchetti e spento le telecamere. L’Iran gioca a nascondino con gli ispettori nucleari. Proprio ieri l’agenzia di controllo nucleare dell’Onu, l’AIEA, ha detto che l’Iran si rifiuta ancora di fare chiarezza sul suo programma nucleare militare. L’Iran è stato colto due volte, non una ma due volte, a far funzionare a Natanz e Qom impianti nucleari segreti che gli ispettori non sapevo nemmeno esistessero. In questo stesso momento l’Iran potrebbe avere impianti nucleari nascosti di cui nessuno è a conoscenza, nemmeno gli Stati Uniti e Israele».

Netanyahu dice quello che Obama sa benissimo, certo quindi che “non c’è nulla di nuovo nel suo discorso”, solo che tutte queste cose Obama le ha sapientemente nascoste al popolo americano come ha nascosto che nell’accordo che gli Stati Uniti stanno chiudendo con l’Iran non sono compresi i missili balistici e la complessa rete di sviluppo che riguarda queste armi in grado di arrivare fino agli Stati Uniti. Non sbaglia quindi Netanyahu quando dice che l’Iran non è un pericolo solo per Israele ma per tutto il mondo.

Poi Netanyahu torna sulle sanzioni che verrebbero tolte all’Iran in caso di raggiungimento di un accordo con gli Stati Uniti. «Il regime iraniano diventerà meno aggressivo allentando le sanzioni? Se l’Iran sta divorando quattro paesi mentre è sotto sanzioni, quanti ne divorerà quando le sanzioni verranno levate? Finanzierà meno terrorismo quando avrà montagne di denaro a disposizione? Perché il regime dovrebbe cambiare quando potrà praticare contemporaneamente aggressione all’estero e prosperità all’interno? Questa è la domanda che tutti si fanno nella nostra regione. E molti di questi paesi dicono che reagiranno con una gara per dotarsi di armi nucleari. Quindi questo accordo non cambierà l’Iran in meglio: cambierà il Medio Oriente in peggio. Questo accordo non sarà un addio alle armi, sarà un addio al controllo sulle armi. Una regione dove piccoli scontri possono innescare grandi guerre si trasformerebbe in una polveriera nucleare».

E a smentire l’affermazione di Obama che Netanyahu non avrebbe offerto alcuna alternativa valida all’accordo con l’Iran ci sono le successive parole di Netanyahu che per chiunque abbia un minimo di cervello pesano come macigni: «Il programma nucleare iraniano può essere riportato indietro ben oltre l’attuale proposta in discussione – ha detto Netanyahu – insistendo su un accordo migliore e mantenendo la pressione su un regime in realtà assai vulnerabile. E se l’Iran minaccia di abbandonare il tavolo delle trattative, non credete al suo bluff da bazar: dovrà tornare, perché l’Iran ha bisogno dell’accordo molto più di voi. Per più di un anno ci hanno detto che nessun accordo è meglio di un cattivo accordo. Ebbene, quello che si prospetta è un pessimo accordo. Ora ci viene detto che l’unica alternativa a questo pessimo accordo è la guerra. Ma non è vero. L’alternativa è un accordo migliore. Un accordo migliore che forse non piacerà granché a Israele e ai suoi vicini, ma con il quale potremo almeno convivere. Letteralmente».

State bene attenti a queste parole perché indicano la volontà di Israele di trovare un accordo con l’Iran, anche un accordo che potrebbe non piacere troppo ma con il quale poter convivere. Netanyahu non parla di guerra ma di un accordo migliore che eviti proprio la guerra.

Ma Netanyahu non ha paura di parlare guerra e lancia un ammonimento severo a Obama e a coloro che perorano la causa di un pessimo accordo con l’Iran. Netanyahu conclude infatti il suo discorso affermando che «una cosa posso garantirvi. I giorni in cui il popolo ebraico rimaneva passivo di fronte all’aggressione sono finiti per sempre. Non siamo più dispersi fra le nazioni, nell’impossibilità di difenderci. Abbiamo ripristinato la nostra sovranità nella nostra antica casa. E i soldati che difendono la nostra casa hanno coraggio senza limiti. Per la prima volta dopo cento generazioni, noi, popolo ebraico, siamo in grado di difenderci. Ecco perché, come primo ministro d’Israele, vi posso garantire un’altra cosa: Israele, anche se dovrà resistere da solo, resisterà». E poi conclude «Ma so che Israele non è da solo. So che l’America è al fianco di Israele». Riflettete su queste parole perché non sono parole di pace, sono un ammonimento a chi vorrebbe Israele rimanere passivo mentre una banda di stolti decide del suo futuro.

Questa mattina leggendo le reazioni al discorso di Netanyahu abbiamo notato che pochissimi media ne hanno pubblicato la trascrizione, specie quelli americani vicini a Obama. Perché secondo voi? Gli americani sanno quello che sta combinando il loro Presidente? Noi crediamo di no. E di certo non fa onore alla “libera stampa americana” omettere di raccontare cosa stia facendo realmente l’Iran in Medio Oriente senza che il loro Presidente faccia qualcosa, anzi, con la seria possibilità che sollevi le sanzioni agli Ayatollah così che essi possano farlo più comodamente. Netanyahu è andato in America a spiegare queste cose e a ribadire un concetto: Israele non rimarrà fermo di fronte al pericolo iraniano. Ora spetta a quello sciocco di Obama decidere cosa fare.

[glyphicon type=”user”] Scritto da Noemi Cabitza

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