Abu Mazen getta la maschera: “vogliamo uno Stato Unico”

22 Aprile 2014

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E alla fine Abu Mazen ha gettato la maschera e in una dichiarazione al quotidiano Yediot Aharonot ha ammesso di puntare allo Stato Unico binazionale come soluzione al contenzioso tra Israele e palestinesi.

«I tempi sono cambiati – ha detto Abu Mazen – e la soluzione dei due Stati non è più percorribile. L’unica strada rimasta è quella dello Stato Unico binazionale». Per raggiungere questo obbiettivo Abu Mazen avrebbe pensato di sciogliere l’Autorità Nazionale Palestinese e rendere così nulli gli accordi di Oslo costringendo Israele a prendersi in carico le popolazioni arabe.

Secondo quanto riferito da una fonte palestinese a Yediot Aharonot, la ANP starebbe pensando di dichiararsi “governo sotto occupazione” e di mettersi sotto la tutela della Convenzione di Ginevra scaricando su Israele tutte le responsabilità sulla tutela delle popolazioni arabe.

Le reazioni

Poche le reazioni da parte israeliana. Nessun commento dal Premier Netanyahu mentre una fonte anonima del Governo ha dichiarato ad Arutz Sheva che quello di Abu Mazen è l’ennesimo bluff in quanto sciogliendo la ANP di fatto perderebbe tutto il suo immenso potere. Durissime invece le reazioni dagli Stati Uniti che fanno sapere che una decisione del genere cancellerebbe anni e anni di trattative ma, soprattutto, che comporterebbe l’immediata cancellazione degli aiuti finanziari americani alla ANP, circa 400 milioni di dollari.

La realtà

In realtà da parte palestinese non c’è mai stata la volontà di intraprendere la strada dei due Stati. Lo dimostrano i fatti e il continuo rifiuto da parte palestinese degli accordi, anche di quelli più vantaggiosi per loro. Sin da subito è stato chiaro a chiunque abbia avuto un momento di lucidità che l’obbiettivo palestinese era lo Stato unico binazionale, in primo luogo per vampirizzare Israele e in secondo luogo per conquistare con la demografia quello che non sono riusciti a conquistare con le armi.

Quindi la dichiarazione di Abu Mazen sancisce solo la venuta allo scoperto delle intenzioni palestinesi ma nella realtà non è nulla di nuovo, niente che già non si sapesse. E’ chiaro che il sogno di Abu Mazen è destinato a rimanere tale. I palestinesi non riusciranno a vampirizzare Israele come stanno facendo con tutto il mondo e prima o poi dovranno prendersi le proprie responsabilità smettendo di pesare sulla comunità internazionale.

Scritto da Sharon Levi

redazione

Le redazioni italiana e israeliana di Rights Reporter

2 Comments Lascia un commento

  1. Non ci voleva e non ci vuole molto a capire che l’ANP ha sempre mirato allo Stato unico binazionale, anche se non lo diceva espressamente, se non saltuariamente quando lo considerava uno sbocco naturale, in caso di persistenza dell’ “occupazione” israeliana.
    La ragione é semplice : é la soluzione più conveniente per gli Arabi, così come mette bene in evidenza l’articolo di Sharon Levi.
    Quello che é “strano” é invece che la maggior parte degli osservatori abbia continuato a credere o a far finta di credere che l’oggetto del contendere fosse la formazione di uno Stato palestinese autonomo.
    Le nuove dichiarazioni di Abu Mazen dovrebbero adesso tagliare la testa al toro, se si fosse in presenza di una situazione seria e di interlocutori seri, interni ed esterni al Medio oriente.
    Cosa di cui c’ é da dubitare.
    La presa di posizione di Abu Mazen probabilmente sarà ignorata e si continuerà con la solita solfa.
    Al massimo servirà a chiudere per il momento una finta trattativa in cui nessuno ha mai creduto, per poi tornare comodamente ad incolpare Israele per l’occupazione della “Cisgiordania”.
    Viene tuttavia da chiedersi le ragioni di questa dichiarazione palestinese così esplicita, che non sarebbe nell’interesse della retorica irredentista degli Arabi.
    Le ragioni dovrebbero essere tutte interne al fronte palestinese.
    Come si sa, i Palestinesi non sono mai d’accordo su niente al loro interno e nessun gruppo dirigente può realmente impegnarli in accordi che poi andrebbero rispettati.
    Il prolungarsi di una trattativa rende inevitabilmente manifeste queste contraddizioni interne, con relative responsabilità.
    Ed espone perfino al rischio di ottenere delle “concessioni”, impegnative anche per chi le ottiene.
    Proviamo solo a immaginare come un governo palestinese possa ottenere dalla popolazione araba il pagamento delle bollette della luce e dell’acqua!
    Molto meglio continuare ad atteggiarsi a “vittime dell’intransigenza israeliana”.
    Le dichiarazioni di Abu Mazen sono irrilevanti.
    Hanno tuttavia almeno un merito: quello di rendere sempre più evidente il carattere fantozziano della politica dell’ Amministrazione Obama.

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